Social media: card. Lojudice (Siena), “l’integrazione distanza e vicinanza può esistere”

“Nulla sarà come prima nel senso buono della parola perché questi mezzi ci hanno permesso di raggiungere più persone”. Lo ha detto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, a proposito del libro di mons. Dario Edoardo Viganò, “Testimoni e infuencer. Chiesa e autorità al tempo dei social”, presentato oggi on line. “Nell’ultimo anno – riprende il cardinale -, il contatto a distanza in video ha permesso di essere presenti molte più persone in incontri e assemblee. Credo che possa esistere e punterei a una integrazione, quando tutto sarà finito, fra distanza e vicinanza per essere uno al servizio dell’altro”. “Il libro – continua – cerca di legare da una parte il percorso del concetto della autorità fino al tempo dei social, passando per tante situazioni che riguardano le Scritture, ma anche i romanzi dedicati a Peppone e don Camillo. È chiaro il discorso: ci vuol riportare alla mente cosa ha significato l’autorità, a cominciare dal rapporto genitori-figli, al rapporto con un superiore e nell’ambito dell’obbedienza religiosa, passando attraverso varie scene evangeliche. Per portarci a quello che operano oggi i social e all’idea di come i social di fatto diventino una autorità nella vita di una persona”. “Ci leggo gli appelli che papa Francesco fa spesso su questo tema. Ci leggo il tempo presente, il cosiddetto anno del Covid, in cui ci siamo dovuti “rifugiare” nella tecnologia come stiamo facendo adesso, ma allo stesso tempo liberare attraverso questi strumenti. Siamo in questa chiara e a volte drammatica oscillazione fra un uso positivo e un abuso che schiavizza e crea dipendenza di questi mezzi come di tutti i mezzi che la vita ci mette a disposizione. Il libro mi dà la sensazione che lasci una porta aperta a una continuazione: come non dipendere da un influencer e come fare in modo che tutto resti una chiara opportunità?”.

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