Quaresima: mons. Sanguineti (Pavia), “un tempo per credere, sperare e amare”

“Insieme alle urgenze sanitarie e sociali, in queste ultime settimane, sta crescendo la percezione di una vera e propria emergenza spirituale e umana che, in modo particolare, si manifesta nelle giovani generazioni”. Lo scrive il vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti, nel suo editoriale pubblicato sull’ultimo numero de “Il Ticino”. L’attenzione del presule si focalizza sui “problemi oggettivi” nel ricorso prolungato alla “Dad” e sulle “carenze gravi nella formazione dei più giovani, con fenomeni di abbandono scolastico e con difficoltà e disparità, legate alla situazione familiare ed economica”.
Il presule associa “il fatto che da mesi i ragazzi e gli adolescenti non possano vivere i gesti normali della socializzazione” con “fenomeni opposti e preoccupanti”. Il riferimento è  a “eventi di cronaca, dove adolescenti si ritrovano per dare sfogo a rabbia e violenza, o a episodi inquietanti di ragazzi che cercano la morte, magari suggestionati da certi ‘social’ irresponsabili”. Soffermandosi, poi, sul ruolo della Quaresima, il vescovo la indica come “un tempo forte in cui metterci di nuovo in cammino dietro a Cristo, un tempo per credere, sperare e amare”. “Certamente i riti della Quaresima non sono più riti sociali e diffusi, come nel passato. Eppure, mai come in questi giorni, abbiamo bisogno di tornare a credere, sperare e amare!”. Infine, l’invito a riscoprire “il valore di gesti antichi e semplici, come la preghiera in famiglia, il digiuno, la pratica della carità e dell’elemosina, la ‘Via Crucis’ in parrocchia”. “Noi cristiani potremo ritornare alle sorgenti vere della fede, della speranza e dell’amore, e potremo ritrovare il gusto e la passione di offrire e di testimoniare ai nostri fratelli”.

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