Adozioni internazionali: al via un progetto che mette in rete 11 enti autorizzati. Bonfardini (Avsi), “un supporto per ragazzi e genitori”

Nel momento più difficile delle adozioni internazionali in Italia, crollate a 526 nel 2020, soprattutto a causa del Covid-19, ma comunque meno di mille nel 2019, si intravedono anche segni di speranza, a partire da una maggiore volontà di collaborazione da parte degli enti autorizzati, che imboccano nuove strade nel proprio servizio alle famiglie adottive. È il caso del coordinamento “Oltre l’adozione,” al quale aderiscono 11 enti: Amici missioni indiane, Amici di Don Bosco, gli ultimi ad aver aderito qualche settimana fa, Associazione famiglie nuove, Fondazione Avsi, Centro italiano aiuti all’infanzia, Il Conventino, International Adoption, Istituto La Casa, La Maloca, Mehala, Nova. Alcuni di questi sono espressione di organizzazioni di ispirazione cattolica. È la copertura del territorio a consentire il nuovo progetto messo insieme da “Oltre l’adozione”, mirato sul “post adozione”, in particolare sui ragazzi adottati ormai grandi e sulle loro famiglie.
Del resto, se il 2010 è stato l’anno record, con 4mila adozioni, vuol dire che ora quei bambini sono diventati ragazzi, giovani, giovani adulti. Ma non mancano, in quei giovani e nelle loro famiglie, interrogativi da sciogliere, sfide aperte, desiderio di confronto. Spesso, anche problematiche complesse.
Spiega al Sir Veronica Bonfardini (Avsi), supervisor del progetto: “L’idea, di per sé è semplice; unire le forze per costituire una rete di supporto alle famiglie e ai giovani adottati, cercando di coprire tutto il territorio, cosa che ogni singolo ente non può fare. Tra di noi, enti autorizzati che facciamo parte di questo coordinamento, ci conosciamo, ci stimiamo, sappiamo di poter mettere a disposizione personale competente”. I costi sono calmierati per i genitori, per i ragazzi è prevista la gratuità.

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