Quaresima: mons. Antonazzo (Sora), “nello smarrimento dell’epidemia, seminiamo con fiducia” perché è “Dio che fa crescere il seme”

“Nei mesi scorsi nessuno avrebbe immaginato di attraversare anche quest’anno il percorso quaresimale e le celebrazioni pasquali in condizioni di smarrimento, paura, confusione a motivo della persistente epidemia”, scrive mons. Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, in apertura della lettera rivolta alle comunità diocesane per la Quaresima e la Pasqua. Un corposo documento di 34 pagine, intitolato “È Dio che fa crescere. Oltre il deserto della crisi”, nel quale il presule traccia la seconda parte delle linee guida diocesane per il rinnovamento della catechesi per l’iniziazione cristiana. Parrocchia, famiglia, emergenza educativa, patto globale, accompagnamento degli adulti: questi alcuni temi centrali.
“Nel tempo di grazia della Quaresima, non dimentichiamo che ‘per la Chiesa, i giorni crocifissi sono i giorni benedetti'”, sottolinea il vescovo riprendendo un’affermazione del card. Anastasio Ballestrero, già arcivescovo di Torino e già presidente della Cei. Il “cambiamento d’epoca” ci “interpella come discepoli missionari della fede. Le parrocchie sono davvero belle da vivere, ma non possono restare perennemente uguali a sé stesse. Su radici cristiane secolari, oggi assediate ma non compromesse del tutto, possono rifiorire straordinarie primavere di vita spirituale che rinasce”, un passaggio della lettera.
“L’emergenza che ci ha obbligati a restare a casa si è trasfigurata nel kairòs della vita familiare”, prosegue mons. Antonazzo, secondo il quale la sfida per la famiglia è “andare oltre il deserto delle fatiche e delusioni, avvilita dalla tentazione di non farcela, e lasciarsi fortificare dal dialogo con il Dio di Mosè”. La proposta di catechesi familiare impegna in una sorta di creazione artigianale da realizzare “a misura” di persona”. “Seminiamo con fiducia – l’esortazione conclusiva del vescovo -, perché è solo Dio che fa crescere il seme. La missione di chi annuncia la fede non è quella del mietitore, ma del seminatore generoso e carico di fiducia, paziente nell’attesa”.

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