Mercoledì delle Ceneri: mons. Mansi (Andria), “in Quaresima compiere il deciso ripudio degli idoli seducenti” per far emergere “la differenza cristiana”

“Ogni anno ritorna la Quaresima, un tempo da vivere da parte dei cristiani come tempo di conversione, di ritorno a Dio. Sono quaranta giorni per compiere il deciso ripudio degli idoli seducenti ma alienanti e così raggiungere una maggior conoscenza della misericordia infinita del Signore”. Lo ha detto ieri mons. Luigi Mansi, vescovo di Andria, nell’omelia della messa per il Mercoledì delle Ceneri, celebrata in cattedrale.
La conversione, ha sottolineato il presule, “non è un evento che avviene una volta per tutte, ma è un dinamismo che deve essere continuamente rinnovato nei diversi momenti dell’esistenza, nelle diverse età, soprattutto quando il passare del tempo può indurre nel cristiano un adattamento alla mondanità, una stanchezza, uno smarrimento del senso e del fine della propria vocazione che lo portano a vivere senza vero impegno la propria fede”. Dunque, “la Quaresima, ancor prima che tempo di penitenza, è innanzitutto il tempo del ritrovamento della verità di quello che siamo: figli e fratelli, polvere e spirito. Prima che essere un tempo in cui ‘fare’ qualche particolare opera di devozione o di carità o di mortificazione, è un tempo per ritrovare la verità del proprio essere”.
“Come Cristo per quaranta giorni nel deserto ha combattuto e vinto il tentatore grazie alla forza della Parola di Dio – ha aggiunto il vescovo -, così noi cristiani siamo chiamati ad ascoltare, leggere, pregare più intensamente e più assiduamente – nella solitudine come nella liturgia – la Parola di Dio contenuta nelle Scritture. La lotta di Cristo nel deserto diventa allora veramente esemplare e, lottando contro gli idoli, il cristiano smette di fare il male che è abituato a fare e comincia a fare il bene che non fa! Emerge così la ‘differenza cristiana’, ciò che costituisce il cristiano e lo rende eloquente nella compagnia degli uomini, lo abilita a mostrare il Vangelo vissuto, fatto carne e vita”.
Ricevere le ceneri, ha spiegato mons. Mansi, “significa prendere coscienza che il fuoco dell’amore di Dio consuma il nostro peccato; guardare quelle ceneri significa riconfermare la nostra fede pasquale: certo, siamo cenere, ma destinata alla resurrezione”. Sì, ha concluso, “nella nostra Pasqua la nostra carne risorgerà e la misericordia di Dio come fuoco consumerà nella morte i nostri peccati”.

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