Palestina: accordo organizzazioni politiche per le elezioni legislative del 22 maggio e presidenziali del 31 luglio

Al termine di due giorni di riunioni, al Cairo, le organizzazioni politiche palestinesi hanno deciso di tenere le elezioni legislative e presidenziali come programmate e decretate dal Presidente Mahmoud Abbas a metà gennaio. Nella dichiarazione finale rilasciata a conclusione dell’incontro, secondo quanto riporta l’agenzia Wafa, le forze politiche affermano che seguiranno il calendario stabilito dal decreto sulle elezioni legislative e presidenziali, sottolineando che “si terranno a Gerusalemme, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza senza eccezioni”, e impegnandosi a rispettarne e accettarne i risultati. Un’altra decisione presa al Cairo riguarda la creazione per consenso di un Tribunale per i casi elettorali che includerà giudici di Gerusalemme, Cisgiordania e Striscia di Gaza. Questo Tribunale sarà responsabile del monitoraggio di tutte le questioni relative al processo elettorale, ai suoi risultati e alle questioni che dovessero sorgere. La polizia palestinese in uniforme e nessun altro, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, garantirà i seggi elettorali, la cui presenza sarà conforme alla legge, afferma il comunicato. Le organizzazioni hanno inoltre convenuto di consentire la libertà di espressione e il rilascio immediato di tutti i detenuti per motivi politici o di opinione, garantendo il diritto al lavoro politico e nazionale a tutte le forze politiche palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, e interrompendo per questo le azioni penali contro opinioni o affiliazioni politiche, “al fine di garantire un clima adatto ad elezioni libere ed eque”. Le elezioni legislative sono fissate per il 22 maggio e quelle presidenziali per il 31 luglio. Seguiranno, il 31 agosto, le elezioni per il Consiglio Nazionale Palestinese, il Parlamento in esilio. All’11 febbraio, la Commissione elettorale contava già 2,4 milioni di palestinesi registrati per votare. Si tratta dell’85% degli aventi diritto al voto e si prevede che il numero aumenti fino a raggiungere il 90%, a dimostrazione della volontà dei palestinesi di scegliere i propri rappresentanti.

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