Argentina: le diocesi di Nueva Orán e Juiuy in festa per il riconoscimento del martirio di padre Pedro Ortiz de Zárate e Juan Antonio Solinas

La Chiesa argentina ha accolto con gioia ieri le notizie riguardanti la prossima beatificazione di Papa Giovanni Paolo I, grazie al riconoscimento di una guarigione miracolosa avvenuta a Buenos Aires su una bimba di 11 anni, e il riconoscimento del martirio dei servi di Dio, prossimi beati, Pedro Ortiz de Zárate, sacerdote diocesano, e Juan Antonio Solinas, sacerdote professo della Compagnia di Gesù, che diedero la vita per annunciare il Vangelo nella Valle del Zenta, il 27 ottobre 1683.
In una nota il vescovo di Nueva Orán (diocesi di costituzione relativamente recente, che negli ultimi anni ha promosso la causa), mons. Luis Scozzina, scrive: “Nel quadro dei 60 anni dalla creazione della diocesi e dopo un lungo processo di studio per questa causa storica attestata nel tempo, questa notizia costituisce un segno dell’amore provvidente di Dio nella vocazione missionaria di questa Chiesa di Nueva Orán”.
Prosegue il vescovo: “È motivo di gioia e di consolazione per il popolo fedele riconoscere la santità di questa comunità missionaria, formata da questi pastori e da un gruppo di laici, tra cui spagnoli, creoli, mulatti e membri delle comunità originarie di Humahuaca e Jujuy. Siamo tutti invitati alla celebrazione del tradizionale pellegrinaggio al santuario dei martiri, sabato 23 ottobre per ringraziare di questa grazia, che rinnova il nostro spirito missionario, per essere una Chiesa in uscita, vicina e impegnata per la vita dei popoli indigeni”.
Sulla notizia dell’imminente beatificazione, in particolare sulla figura di Pedro Ortiz de Zárate, interviene anche mons. Daniel Fernández, vescovo di Jujuy, giurisdizione cui fecero riferimento i nuovi beati, nel diciassettesimo secolo: “Per noi è una grandissima benedizione del Signore che un uomo di Jujuy, che fu parroco della nostra cattedrale e in precedenza, nella sua vita civile, fu il primo sindaco, eletto tre volte, della città di San Salvador, sia ora elevato agli altari”. Prosegue il vescovo: “Ringraziamo molto Dio per questo dono che ci fa e chiediamo di essere all’altezza del dono fatto da questi martiri. Oggi serve anche la nostra testimonianza, davanti a un mondo che non solo è indifferente a Dio, ma molte volte reagisce anche violentemente alla testimonianza della nostra fede”.

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