Festa della Repubblica: Sebastiani (Ambasciata d’Italia presso Santa Sede), “le nostre città nei secoli sono state costruite come un’opera d’arte”

Un e-book, dal titolo “Le Piazze (In)visibili”, e un video con l’esecuzione in sincrono dell’inno nazionale da parte dell’orchestra e coro dell’Accademia Chigiana: sono due iniziative del Ministero degli Esteri italiano rilanciate dall’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani, nel suo saluto per il 2 giugno, diffuso oggi dalla rappresentanza italiana. “Dopo questi mesi chiusi nelle nostre case – scrive Sebastiani – credo che abbiamo ancor più compreso quanto siano importanti gli spazi umani e la bellezza, che davvero infonde gioia nel cuore degli uomini, che oltrepassa le generazioni e le unisce. Abbiamo riflettuto sul fatto che spazi umani, degradati e brutti inducono inevitabilmente al deteriorarsi dei rapporti umani e della vivibilità e che, sempre nel momento in cui siamo stati costretti ad essere fisicamente distanti, le nostre piazze vuote sono divenute all’improvviso spazi aperti da ammirare, con prospettive dimenticate, nella piena bellezza delle loro linee architettoniche e urbanistiche”. “Nel nostro straordinario Paese – aggiunge l’ambasciatore – sappiamo che le città nei secoli sono state costruite come un’opera d’arte. Negli edifici di culto come in quelli civili si sono cercate, con tenacia e maestria, appunto la bellezza e la perfezione. Non a caso in queste belle città, circondate da stupende opere d’arte, si è sviluppata e arricchita la nostra civiltà, con i suoi diritti e con le sue libertà”. Da qui l’apprezzamento per l’iniziativa della Farnesina condivisa nel messaggio attraverso l’e-book e con il collegamento per il video con l’esecuzione in sincrono dell’inno nazionale. L’esecuzione ha coinvolto 108 musicisti, tra i quali grandi nomi della musica classica internazionale come Salvatore Accardo, Bruno Giuranna, Antonio Meneses, David Geringas, Alessandro Carbonare, Pino Ettorre, Luca Sanzò, Francesco Dillon, Matteo Cesari, Paolo Ravaglia, Giulio Rovighi e il Quartetto Nous.

 

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