Colombia: “altra pandemia” continua a uccidere leader sociali. Ultimo caso una coppia di medici indigeni Nasa nel Cauca

Una coppia di medici indigeni appartenenti al popolo Nasa è stata uccisa da un gruppo armato nel villaggio di Páez, giurisdizione del comune di Corinto, nel dipartimento sud-occidentale del Cauca. Lo ha denunciato l’Associazione dei consigli indigeni del Nord Cauca. Si tratta solo dell’ultimo dei trenta casi di uccisioni di leader sociali registrati in Colombia dall’inizio della pandemia, mentre dall’inizio dell’anno sono già oltre il centinaio.
L’organizzazione ha dichiarato che María Nelly Cuetia Dagua, 55 anni, e Pedro Ángel María Tróchez Medina, 58 anni, sono stati rapiti giovedì scorso mentre svolgevano un rituale tipico della loro cultura e sono poi stati rinvenuti senza vita. Si tratta dell’ennesimo attacco contro questa popolazione indigena, che da decenni resiste fieramente ai numerosi gruppi armati che operano nella regione. Solo contro tutti, appoggiato solo dalla Chiesa e in particolare dei Padri della Consolata. Tutto iniziò, nella vicina Toribío, con padre Álvaro Ulque, il primo sacerdote indigeno della Colombia, ucciso nel 1984. A prendere il suo posto, come parroco di Toribío, fu il missionario Antonio Bonanomi, padre della Consolata, morto nel 2018, alla guida della comunità per 19 anni, dal 1988 al 2007. E altri confratelli hanno preso il suo posto.
Questo il commento, attraverso Twitter, del presidente della Commissione per la Verità, il gesuita Francisco De Roux, che ha definito l’uccisione dei leader sociali “l’altra pandemia”: “Perché sindaci, governatori, presidenti, militari e società non proteggono la vita? Fino a quando?”.

https://twitter.com/FranciscoDeRoux/status/1266714163201654786

L’uccisione dei due medici ha portato a cinque il bilancio degli omicidi di leader sociali in Colombia la scorsa settimana. Prima, era infatti toccato a Edwin Acosta Ochoa, assassinato in una zona rurale del comune di Tiquisio, nel dipartimento settentrionale del Bolívar, a Olga Lucía Hernández, a Cumaribo, nel Vichada (nella zona orientale del Paese) e a Saúl Rojas, ucciso ad Algeciras, nel dipartimento centrale dell’Huila. Ancora prima, il 17 maggio, era toccato a Jorge Enrique Oramas, leader ambientale che si è opposto all’estrazione mineraria illegale nel Parco naturale nazionale Farallones de Cali.

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