Pace: appello di tre riviste cattoliche, “vigiliamo su origini donazioni” e “banche armate”

“Investiamo nella pace, non nelle armi”: questo è il senso dell’appello congiunto lanciato oggi dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia, rivolto principalmente “alle comunità cristiane, vescovi, parroci, consigli pastorali e a tutte le persone di buona volontà” in occasione della Pentecoste e della Festa della Repubblica. “Perché dentro questa emergenza in cui si inietta liquidità nel sistema economico e nella Chiesa per sostenerne le attività – scrivono i promotori -, sentiamo ancora più forte l’esigenza di prestare attenzione al denaro e ai suoi movimenti. Il denaro certo serve, per fare il bene, ma farsi suoi servi genera solo disgrazie sorde al grido dei poveri e di Sorella Madre Terra. Vogliamo impegnarci con voi per vigilare sull’origine delle donazioni per opere spirituali, caritative, educative, sociali e comunitarie e sul loro ingresso nei circuiti dei sistemi bancari e di investimento”. Secondo le tre riviste “è sempre più evidente l’assurdità del fatto che il denaro raccolto con le nostre tasse e sottratto alla sanità (tagli per 37 miliardi negli ultimi dieci anni), alla scuola, all’accoglienza, alle famiglie vada a finanziare sistemi militari costosissimi come i caccia F-35 e i sommergibili U-212”. Invitano perciò a “prendere parte” al “percorso di rilancio della Campagna di pressione alle ‘banche armate‘ che avverrà il 9 luglio in occasione dei 30 anni della promulgazione della legge n. 185/1990 che ha introdotto in Italia ‘Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento’”. Il percorso prevede di “verificare le banche in cui abbiamo depositato i risparmi evitando quei gruppi bancari che finanziano, giustificano e sostengono l’industria, il commercio e la ricerca militare; verificare le fonti delle donazioni a parrocchie, comunità cristiane, comunità religiose e associazioni, anche rinunciando a provenienze dubbie; sensibilizzarci e sensibilizzare la cittadinanza sul tema della riconversione delle spese, delle aziende militari e delle operazioni bancarie per promuovere le aziende e i fondi destinati a sostenere la vita; richiedere al governo italiano di attivare una moratoria sulla spesa militare e sistemi d’arma per almeno un anno, riconvertendo tale spesa nella sanità, nella scuola, nella cultura, nella difesa dell’ambiente, nelle comunità locali”.

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