Diocesi: Como, l’ultimo saluto a don Stefano Bianchi. Il vescovo Cantoni, “la sua predicazione lucida e semplice”

“Una predicazione lucida e semplice la sua, perché tutti ne comprendessero il senso”. Così il vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni, ha ricordato nell’omelia della cerimonia funebre don Stefano Bianchi, morto improvvisamente, lo scorso venerdì 22 maggio, a causa di un malore. Parole pronunciate dal presule riferendo di aver “ascoltato con viva commozione l’ultimo insegnamento di don Stefano registrato alcuni giorni fa, commentando la prima lettura di domenica scorsa”. La cerimonia è stata celebrata sulla piazza antistante la chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente, a Livigno, secondo le distanze previste dalle norme anti-Covid.
Dopo aver salutato il padre e la madre del sacerdote, il vescovo ha affermato che, con la morte di don Stefano, “ci è stato tolto, anzi strappato, qualcosa di noi stessi”. “Restiamo attoniti e versiamo lacrime di amarezza e di sofferenza. Ma come credenti nel Dio di Gesù Cristo – ha aggiunto mons. Cantoni – ci è chiesto di ampliare gli spazi del nostro orizzonte per entrare ancora di più nel suo mistero. Perché, attraverso la morte e risurrezione del suo Figlio, Dio ha trasformato la morte in un’aurora di vita. E se ci rattrista una morte così improvvisa quale è stata quella di don Stefano, ci consola la certezza della vita eterna”. Infine, il presule ha sottolineato che, davanti alla morte, “non basta la nostra consolazione umana”. “Ne occorre una più incisiva, feconda e durevole, quella che è frutto della Parola di Dio”.

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