Quaresima: mons. Melillo (Ariano Irpino), “amare il nostro prossimo senza alcun ‘ma’ e alcun ‘se'”

La Quaresima “è tempo di ascesi che è la ‘lotta più dura di ogni battaglia degli uomini’ (A. Rimbaud), che ci aiuta a comprendere che noi siamo umani, fragili e piccoli e che in questa nostra umanità Dio non solo sceglie di farsi uomo in mezzo a noi ‘donandoci’ Suo Figlio Gesù Cristo, ma decide di attraversare la sofferenza estrema con la morte in croce, il ‘servile supplicium’ (Tacito) degli schiavi, degli scartati”. Lo scrive il vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia, mons. Sergio Melillo, nel suo messaggio per la Quaresima. “Il messaggio che giunge dal Crocifisso è che la sofferenza, il fallimento della morte è fonte di vita. I cristiani dei primi secoli hanno vissuto la religione di Gesù con la convinzione e la gioia che essi stavano offrendo qualcosa di completamente nuovo al mondo: la ‘follia di Dio’ e la ‘debolezza di Dio’. Dobbiamo riscoprire questa freschezza!”, l’invito del presule.
“Mettere il Mistero pasquale al centro della vita ‘significa sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso’ presenti nel povero, nell’anziano, nell’ammalato, nel profugo, nel giovane in cerca di futuro e in tutti quegli uomini che quotidianamente si confrontano con le sofferenze della nostra epoca”, osserva mons. Melillo, che, innanzitutto, incoraggia i “sofferenti”: “Non sentitevi mai soli! Cristo – attraverso la croce – ha provato la sofferenza più atroce e con voi e per il vostro amore la condivide e vi concede, tramite la sua Chiesa e lo Spirito Santo, forza e speranza”.
Il vescovi poi rivolge un invito per tutti noi: “Avere compassione per le piaghe di Cristo crocifisso non significa starsene inerti a guardare e a compiangere; provare compassione – espressione che gli evangelisti in greco chiamano ‘splanchnon’ – vuol dire avere un atteggiamento che provoca un coinvolgimento profondo, tanto da causarne un’azione”. L’invito, dunque, “a non lasciarsi condizionare dai pregiudizi, dall’indifferenza e dai rancori, ma di agire nel fare il bene. La Quaresima va intesa quale tempo che scuote l’animo, per amare il nostro prossimo senza alcun ‘ma’ e alcun ‘se'”.
“È per tali ragioni – sottolinea – che è mio desiderio, in questo ‘tempo santo’, visitare nelle quattro foranie – durante i venerdì di Quaresima – alcune realtà delle comunità dove si manifestano maggiormente situazioni di povertà e sofferenza; tra questi ricordo il carcere, l’ospedale, gli ospizi, le scuole, le famiglie bisognose e tutti coloro che vivono situazioni di disagio”.
Infine, il presule annuncia che il XXXIX convegno ecclesiale diocesano metterà a tema l’Eucarestia.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori