Coronavirus Covid-19: Kluge (Who Europe), “bene governo italiano, decisioni difficili ma corrette. Medici “devono essere protetti”. Media diano informazioni corrette”

“Le autorità italiane stanno implementando misure per impedire” la trasmissione del coronavirus Covid-19 “in linea con la strategia di contenimento attualmente implementata a livello globale. Per fare ciò, la leadership italiana ha dovuto prendere decisioni difficili, anteponendo la salute alla prosperità economica. Decisioni difficili ma decisioni corrette”. Lo ha detto Hans Kluge, direttore Europa Oms/Who, nel corso della conferenza stampa congiunta seguita alla conclusione del vertice tenutosi oggi a Roma, nella sede del ministero della Salute, con il titolare del dicastero Roberto Speranza, il commissario Ue alla Salute Stella Kyriakides, il direttore Ecdc Andrea Ammon e lo stesso Kluge. “Mentre combattiamo questa malattia e la sua diffusione, dobbiamo anche imparare dalla risposta qui in Italia – ha proseguito Kluge -. La vostra esperienza, per quanto difficile, è preziosa perché ci consente di imparare come affrontare la malattia. L’onere di Covid-19 è un peso condiviso e richiede una risposta collettiva, da parte di coloro che oggi sono vicini e lontani dal suo impatto immediato”. Ognuno, avverte, “deve fare la sua parte”. Di qui alcuni “brevi messaggi”. Agli italiani il direttore Oms Europa raccomanda: “Proteggete voi stessi e gli altri dal contagio aderendo alle indicazioni delle autorità sanitarie pubbliche”. I professionisti della salute, osserva, “sono gli eroi di questa risposta. Dato che affrontano rischi maggiori, hanno bisogno di attrezzature e formazione per proteggersi per continuare a salvare gli altri”. Un monito speciale i media: “Il vostro ruolo è fondamentale. Questo è il momento di riferire accuratamente da fonti ufficiali”. Non si tratta di “inseguire la notizia” bensì di “svolgere un servizio pubblico: le vostre azioni sono azioni di salute pubblica, in tutti i sensi, avete un ruolo importante nel proteggere la salute della popolazione”.  I Paesi europei, infine, “siano pronti”. Questo, conclude, “è il tempo della solidarietà globale”.

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