Mercoledì delle Ceneri: card. Bassetti (Perugia), “spezzare con il digiuno la scorza dura dell’egoismo”

Con il Mercoledì delle Ceneri i cristiani entrano nel “tempo forte” di Quaresima. Nella diocedi di Perugia-Città della Pieve il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha presieduto le celebrazioni eucaristiche pomeridiane in cattedrale e nella chiesa dell’Università degli studi.
“Il tempo di Quaresima – ha detto il porporato nell’omelia in cattedrale – è tempo propizio per prendere coscienza della nostra situazione di figli ribelli, e per ‘ritornare con tutto il cuore’ al Signore, per chiedere perdono e riconciliazione. Dio ci risponderà con la sua misericordia, perché Egli fa giustizia perdonando. Chi lo capisce non può che piangere di commozione, spezzando anche con il digiuno la scorza dura dell’egoismo per aprirsi alla giustizia e alla solidarietà”.
“La Quaresima perciò – ha proseguito Bassetti – è il tempo propizio per ripensare la nostra vita, mettersi in un cammino di conversione, detestare il male e aprirsi ad una vita virtuosa, seriamente evangelica. Perché tutto ciò possa realizzarsi abbiamo assolutamente bisogno di fare silenzio e ritrovarci in noi stessi, nell’intimo, senza indulgere neppure ad una pubblicità sterile”. “Com’è importante tornare alla preghiera nel silenzio! Specie in questo periodo di forte confusione e preoccupazione per il propagarsi dell’epidemia, che ci incute tanta ansia e inquietudine”, ha aggiunto.
Al mondo universitario il porporato ha sottolineato che il mercoledì delle Ceneri “è un invito fortissimo ad abbandonare quella presunzione così diffusa tra gli uomini di ogni generazione di essere i padroni del mondo e i signori della Storia. Ma gli uomini e le donne non sono né i padroni e né i signori della Storia. Non siamo noi a condurre i tempi e i modi dell’esistenza. C’è un disegno e una strada che ci sovrasta e ci precede. E il rito della cenere sparsa sulla nostra testa ci ricorda anche questo”.
Per essere veramente servi di Cristo, ha osservato, “siamo tutti chiamati a stare nella verità! Senza finzioni, senza maschere, senza sovrastrutture, senza apparenze! Per questo motivo, cari professori, cari amministrativi e cari studenti vi esorto ad essere persone autentiche, che il vostro parlare sia sempre ‘sì, sì, no, no’, perché solo così potrete rispondere alla vostra missione e alla vostra vocazione. Non perdetela di vista. Non dimenticatela. Non traditela”. E ha concluso: “Agli studenti vorrei dire di scoprire la bellezza di essere ‘figli’: ovvero di essere bramosi di apprendere, di studiare e di crescere. Ai docenti vorrei raccomandare di essere veramente ‘padri’ di questi giovani; abbiate cura di loro: necessitano di una parola di sapienza ma anche di umanità. Sappiate sperimentare, nella vostra missione educativa, la paternità di Dio: una paternità che non li tradisce, ma che li fa sviluppare, amandoli come fossero dei figli”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori