Francia: telefonata tra Macron e il presidente dei vescovi sul numero di 30 persone autorizzate alla messa

Telefonata ieri sera tra il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e il presidente dei vescovi francesi, mons. Eric de Moulins-Beaufort, dopo che ieri sera la Conferenza episcopale francese (Cef) aveva espresso in un comunicato “delusione” e “sorpresa” per quanto annunciato ieri dallo stesso Macron circa la possibilità di consentire la celebrazione delle messe alla presenza però di sole 30 persone a partire dal 28 novembre. “A seguito dell’incomprensione espressa dai cattolici e da altri rappresentanti dei culti religiosi sul numero di 30 persone autorizzate – fa sapere la Cef – il presidente della Conferenza episcopale francese Eric de Moulins-Beaufort e il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, hanno avuto un colloquio telefonico” a seguito del quale si è deciso che l’indicatore previsto, “pur rimanendo rigoroso, sarà definito entro giovedì mattina per una sua applicazione in due fasi: sabato 28 novembre e poi dopo una sua rivalutazione, il 15 dicembre. È in questa prospettiva che la Conferenza episcopale prosegue il dialogo con il primo ministro e il ministro dell’Interno”. In un discorso alla Nazione, il presidente Emmanuel Macron ha annunciato ieri un processo di alleggerimento in due tappe: dal 28 novembre, con l’apertura dei negozi, e dal 15 dicembre con la fine del confinamento, a patto però che si sia scesi a 5mila contagi al giorno. Attorno alle 22, la Conferenza episcopale francese diffonde un comunicato puntando il dito contro il numero di 30 persone autorizzate nell’ambito dell’esercizio pubblico del culto. “Questo annuncio non è affatto in linea con le discussioni che hanno avuto luogo nelle ultime settimane con i ministri interessati”, sottolineano i vescovi. Sia la Chiesa cattolica sia i rappresentanti degli altri culti definiscono la misura “irrealistica e inapplicabile” nonché “completamente irrispettosa della realtà della pratica religiosa dei cattolici”. I vescovi ricordano poi di aver proposto un protocollo sia al ministro dell’Interno sia al premier in base al quale si prevede uno spazio di 4 metri quadrati attorno a ciascun fedele e un’occupazione parziale della chiesa a 1/3 della capacità abituale. “I cattolici – scrivono i vescovi – sono consapevoli dei problemi di salute e sono in grado di mostrare piena responsabilità nell’applicazione delle norme di tutela. Il provvedimento annunciato sembra però ignorare questo senso di responsabilità dimostrato dall’inizio dell’epidemia. Il tempo dell’Avvento che si apre davanti a noi è un momento fondamentale di preparazione al Natale. L’incontro domenicale è una tappa fondamentale per i fedeli in questo periodo”.

 

 

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