Ong e migranti: esperto Onu condanna “criminalizzazione” di chi salva vite umane nel Mediterraneo

Un esperto di diritti umani delle Nazioni Unite ha condannato oggi la “criminalizzazione” di 11 difensori dei diritti umani in Italia – Carola Rackete, l’ex capitano della nave di salvataggio Sea-Watch 3, e i membri dell’equipaggio della nave Iuventa  -, quando invece “i loro sforzi di cercare e salvare vite di migranti e richiedenti asilo in difficoltà nel Mediterraneo dovrebbero essere applauditi”. “Mi dispiace che i procedimenti penali contro di loro siano ancora aperti – ha affermato Mary Lawlor, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani – e che continuino a subire stigmatizzazione per il loro lavoro in difesa dei diritti umani dei migranti a rischio nel Mediterraneo”. Nel settembre 2016 è stata aperta un’indagine penale nei confronti di alcuni membri dell’equipaggio della nave di soccorso Iuventa, a cui sono stati addebitati reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con pene comprese tra 5 e 20 anni e una multa di 15.000 euro. Il 18 giugno 2019 è stata depositata una mozione per l’archiviazione dell’indagine penale preliminare ma si è ancora in attesa di una decisione formale. Carola Rackete è stata invece arrestata dalle autorità italiane il 29 giugno 2019 per aver attraccato, senza permesso, la sua nave con 53 migranti a bordo. Nonostante la Corte di Cassazione abbia stabilito quest’anno che Carola Rackete non avrebbe dovuto essere arrestata, “continua ad affrontare accuse” e “rischia fino a 20 anni di reclusione e multe varie fino a 50.000 euro”. Dal 2014, almeno 16.000 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo, secondo i dati di “Missing migrants” dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni). “Il governo italiano – ha ribadito Lawlor – deve riconoscere pubblicamente l’importante ruolo dei difensori dei diritti umani nella protezione del diritto alla vita dei migranti e dei richiedenti asilo a rischio nel Mediterraneo e porre fine alla criminalizzazione”.

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