Vescovi Calabria: “sottrarre i nostri territori alla piaga del lavoro nero e del caporalato”. “Grande preoccupazione rispetto al diritto alla salute”

“Dalla mattina del 30 settembre alla sera del 1° ottobre, ha avuto luogo presso il seminario regionale S. Pio X a Catanzaro la sessione autunnale della Cec. È la prima riunione, dopo il delicato tempo del lockdown, vissuta in presenza”. Ne ha dato notizia ieri l’Ufficio stampa della Conferenza episcopale calabra. I vescovi hanno incontrato il delegato del Governatore della Regione, l’assessore al welfare, Gianluca Gallo, con il quale, “in un confronto ampio, franco e sincero”, hanno messo in luce “le varie problematiche che attanagliano il nostro territorio: ambientale, del rilancio dell’agricoltura per sottrarre i nostri territori sia alla piaga del lavoro nero che al caporalato ed in particolare quella sanitaria e socio assistenziale”. A tal proposito, la Cec “ha manifestato grande preoccupazione sulla dolorosa situazione che ci si ritrova a vivere riguardo al diritto alla salute dei nostri cittadini”. Attenzione è stata data a una riflessione sulla pietà popolare e al mondo delle Confraternite. “Urge una crescita di fede di coloro che appartengono alle confraternite ed occorre accompagnarli in percorsi di formazione” – si legge nella nota stampa. Il vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, mons. Francesco Milito, estensore del corso di formazione “La Chiesa di fronte alla ‘ndrangheta”, ha presentato il piano del 4° corso, da attivare nel prossimo anno accademico 2021-2022”, il quale “sarà aperto ai seminaristi di teologia e a coloro che ne faranno richiesta dalle varie diocesi calabresi: preti, religiosi/e e laici”. “Interessante e significativo” viene definito il confronto vissuto dai vescovi con i delegati regionali (Usmi e Cism) rappresentanti della vita religiosa femminile e maschile calabrese. “Sono emerse da un lato la grande ricchezza, per le nostre Chiese di Calabria, espressa dal dono di uomini e donne che con il loro servizio contribuiscono alla crescita umana, spirituale e culturale del nostro territorio e dall’altro anche le difficoltà che essi vivono”.

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