Libano: card. Rai (patriarca maronita), “avanti con l’accordo-quadro sulle frontiere con Israele”

Il patriarca maronita card. Bechara Boutros Rai ha espresso speranza e incoraggiamento per la notizia di un futuro accordo-quadro tra Libano e Israele sulla demarcazione dei confini terrestri e marittimi tra i due Paesi. Il cardinale, riferisce Fides, ha manifestato il suo sostegno alla prospettiva dell’accordo-quadro ieri, domenica 4 ottobre, nel corso dell’omelia domenicale della messa celebrata nella sede patriarcale di Bkerké. Tale soluzione negoziata, ha sottolineato il primate della Chiesa maronita, potrà porre fine alla “serie di attacchi e guerre tra Libano e Israele, in conformità con la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’Onu”. Il patriarca, pur rimarcando che i negoziati avviati sulle dispute di frontiera non hanno l’obiettivo di normalizzare in toto le relazioni tra Libano e Israele, ha sottolineato che essi potranno “facilitare l’estrazione di idrocarburi offshore” nei tratti di mare appartenenti al Libano. L’annuncio e alcuni dettagli sulle linee guida dell’accordo quadro, già prefigurato lo scorso 9 luglio, sono stati riportati dai media solo negli ultimi giorni. Gli incontri previsti tra le parti in causa si svolgeranno a Naqoura, presso la base delle forze Onu dislocate nel Libano meridionale, sotto l’egida dell’ufficio del coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano. La disputa di confine tra Libano e Israele riguarda un triangolo di circa 850 km quadrati, rivendicato da ambedue i Paesi. In tali aree, il Libano ha concesso licenze di esplorazione e produzione di idrocarburi offshore, ottenute attraverso una gara dal consorzio Eni-Total e Novatek. Riguardo alla condizione di crisi permanente attraversata dal Paese dei Cedri, il patriarca Rai ha ricordato che il Libano è “senza un governo, senza un piano di ripresa, senza riforme, senza rispetto della Costituzione, senza vergogna, e questo ci deve costringere a trovare una breccia in questo blocco”, senza dipendere dalle agende e dalle mosse interessate di altri Paesi. “Nessuno di voi”, ha detto il cardinale rivolgendosi idealmente ai membri della classe politica, “può fare del Libano un mero alleato di questo o quel Paese, per coinvolgerlo nelle loro guerre e nelle loro strategie politiche”. A due mesi dalla esplosione che ha devastato il porto di Beirut, il Libano si trova senza governo dopo la rinuncia del premier designato Mustapha Adib.

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