Dpcm 24 ottobre: Coldiretti, ristoranti perdono 6 clienti su 10. Prandini, “serve adeguato sostegno economico per tutta la filiera”

“Con i nuovi limiti di orario nella ristorazione si perdono 6 italiani su 10 (63%) che almeno una volta al mese mangiano la sera fuori casa, con un drammatico impatto sull’intera filiera agroalimentare dai campi alle tavole”. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento al varo del decreto Ristoro per compensare gli effetti dell’ultimo Dpcm sull’emergenza Covid. “Per molte strutture la pausa pranzo – precisa Coldiretti – non è sufficiente per garantire la copertura dei costi tenuto conto anche della mancanza di turisti e della diffusione dello smart working che ha drammaticamente tagliato il numero di clienti”.
Il risultato è il drastico crollo dei consumi fuori casa che mette a rischio 1/3 della spesa alimentare degli italiani con un impatto sull’intera filiera alimentare nazionale. Ad essere più colpiti i ristoranti, luogo preferito per il consumo serale fuori casa (65%), al secondo posto pizzerie con servizio al tavolo (59%), quindi fast food (10%) e pub (9%). Per Coldiretti, “l’emergenza rischia di penalizzare ingiustamente anche l’agriturismo nazionale che può contare secondo Campagna amica su 24mila realtà diffuse lungo tutta la Penisola spesso situate in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto”; luoghi “dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza”.
Nella ristorazione – continua Coldiretti – sono coinvolti circa 330mila tra bar, mense e ristoranti lungo la Penisola ma anche 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,8 milioni di posti di lavoro. “Le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato”, ha affermato il presidente Ettore Prandini, nel sottolineare la necessità di “interventi rapidi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l’acquisto di prodotti alimentari Made in Italy”.

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