Coronavirus Covid-19: mons. Tani (Urbino), “la cosa più importante è non perdere il contatto con i ragazzi”

“Siamo all’inizio di un nuovo anno pastorale e ci troviamo ancora alle prese con il Covid e con le regole che devono garantire una maggiore sicurezza contro il contagio. Grazie a Dio, è possibile celebrare la messa con la presenza della comunità, anche se con i posti contingentati. Un po’ ovunque, non solo da noi, si è dovuto constatare l’assenza di molte persone e, ciò che più ci preoccupa, l’assenza dei giovani e dei ragazzi del catechismo. Eravamo motivati a riprendere e rafforzare il cammino pastorale, ma le nuove norme rendono difficile questo inizio; e non possiamo sapere quanto tutto questo durerà. Nella maggior parte delle parrocchie si pensa di avviare il catechismo con l’Avvento”. Lo scrive mons. Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, in una lettera ai parroci, alle catechiste e ai catechisti, sottolineando l’importanza della preghiera: “Viviamo un tempo non solo difficile, ma anche pieno di interrogativi. Per esempio è urgente chiedersi cosa il Signore vuole ricavare di bene da questa pandemia; infatti è vero per fede che ‘tutto concorre al bene per coloro che amano Dio’ (Rm 8,22). Ma la domanda è anche perché Dio ha permesso questo flagello. Pregare è mettersi di fronte al silenzio di Dio; adorarlo nei suoi misteriosi disegni e, comunque, continuare a chiedergli che ci liberi da questo male”.
Invitando a riflettere sul documento della Cei, “Ripartiamo insieme: linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid”, l’arcivescovo evidenzia: “A me sembra che la cosa più importante sia non perdere il contatto con i ragazzi. Forse non sarà possibile riprendere regolarmente in presenza gli incontri. È chiaro che bisogna essere inventivi e pensare in termini di qualità e non di quantità. Mi spiego: forse non sarà possibile incontrarli tutte le settimane. Bisognerà dividerli in piccoli gruppi e incontrare un gruppo alla volta a cadenza quindicinale o mensile. Fare uso dei mezzi che permettono incontri a distanza. Provare a invitare i genitori a collaborare”.
“Siamo stimolati a ripensare questo momento fondamentale della vita cristiana, cioè la trasmissione della fede – prosegue il presule -. Ci stiamo convincendo che non si potrà riprendere a lavorare come prima. Ma il nuovo va pensato… anche in ginocchio. E poi è importante che il gruppo dei catechisti/e diventi come un laboratorio per nuove idee: un’idea arricchisce l’altra e lentamente prende forma qualcosa che di inedito. Vale la pena dedicare molto tempo a questo laboratorio. E sono convinto che riuscirete a inventare cose veramente interessanti: varrà la pena farle circolare fra di noi”.
Infine, mons. Tani ricorda che l’inizio dell’anno pastorale sarà celebrato, in cattedrale a Urbino, sabato 28 novembre con l’inizio dell’Avvento, mentre si inizierà a usare il nuovo Messale la prima domenica di Avvento.

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