Migranti: Unicef, “in America Latina e nei Caraibi uno su quattro è un bambino, la percentuale più alta a livello globale”

Secondo il Child Alert dell’Unicef lanciato oggi, in America Latina e nei Caraibi i bambini stanno migrando in numeri record e ora rappresentano la più alta percentuale di popolazione migrante rispetto ad altre regioni del mondo. “In tutto il mondo, i bambini – viene spiegato in una nota – rappresentano il 13% della popolazione migrante, ma in questa regione, circa una persona su quattro in movimento (25%) è un bambino, in aumento rispetto al 19% del 2019. Questo dato è eguagliato solo dall’Africa subsahariana, dove i bambini rappresentano anch’essi il 25% della popolazione migrante”. “Sempre più spesso – prosegue la nota – sono i bambini più piccoli a intraprendere questi viaggi pericolosi, con i minori di 11 anni che ora rappresentano fino al 91% di tutti i bambini in movimento in alcuni punti di transito chiave. Questa nuova realtà pone delle sfide alle politiche migratorie nazionali e alle risposte umanitarie nei Paesi di origine, transito e destinazione”.
“Un numero record di bambini – sottolinea l’Unicef – si sta spostando attraverso tre principali rotte migratorie in America Latina e nei Caraibi: attraverso la giungla del Darién tra la Colombia e Panama, la migrazione in uscita dal Sud America e nei punti chiave di transito nell’America centrale settentrionale e in Messico. La natura della migrazione in America Latina e nella regione dei Caraibi è cambiata radicalmente nell’ultimo decennio”.
“La violenza delle gang, l’instabilità, la povertà e gli eventi legati al clima stanno colpendo in modo allarmante la regione e spingendo sempre più bambini ad abbandonare le loro case”, ha dichiarato il direttore dell’Unicef per l’America Latina e i Caraibi, Garry Conille. “Sempre più bambini migrano, in età sempre più giovane, spesso da soli e provenienti da diversi Paesi d’origine, anche dall’Africa e dall’Asia. Quando attraversano diversi Paesi e talvolta l’intera regione, malattie e ferite, separazioni familiari e abusi possono turbare il loro viaggio e, anche se arrivano a destinazione, il loro futuro rimane spesso a rischio”.

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