Terremoto Centro Italia: Castelli (Commissario) a Meeting Giornalisti, “Ricostruzione fisica e riparazione sociale devono andare insieme. Applicare un principio di sinodalità”

Commissario Castelli a Cascia (Foto Uff. Stampa Ricostruzione)

(Ascoli Piceno) “Dialogo costante e lavoro congiunto per accelerare il processo di ricostruzione post sisma 2016 e garantire un futuro solido per le comunità colpite da quella che resta la sequenza sismica più devastante della storia repubblicana”. Per il senatore Guido Castelli, Commissario Straordinario per la Riparazione e la Ricostruzione Sisma 2016 sono questi i fondamenti su cui puntare per “la rinascita e il mantenimento della coesione sociale del cratere sismico”. Lo ha ribadito nel suo intervento al Meeting dei Giornalisti che si è aperto ieri a Grottammare e che oggi ha fatto tappa ad Ascoli Piceno, città di cui il senatore è stato sindaco. “Ricostruzione fisica e riparazione sociale ed economica – ha spiegato – devono andare insieme. Si tratta di applicare un principio di sinodalità – per usare un tema caro a Papa Francesco – che spinge tutti gli attori in campo a valutare e camminare insieme perché questa è l’unica possibilità di completare la ricostruzione e di ripopolare e di far ri-vivere le zone colpite, evitando in tal modo che restino ‘disadorne’ della componente umana che le ha viste sempre presente. In tal senso possiamo parlare di un ‘lavoro corale’ condotto in un’ottica di sussidiarietà e di complementarietà”. Come accaduto in occasione dei lavori per il miglioramento sismico del monastero di San Marco di Offida, dove gli operai, per non turbare la vita monacale che non si è mai interrotta, hanno lavorato nel rispetto della regola monastica del silenzio. Gli unici rumori sono stati quelli degli strumenti di lavoro”. Nel fare il punto sulla ricostruzione post sisma, il Commissario ha parlato di 28 miliardi necessari per la ricostruzione, di oltre 30mila persone che si trovano private della propria casa, di queste almeno 7mila sono nelle Sae e 25 mila fuori casa assistiti da provvidenza pubblica. “Sono ferite – ha ricordato – non cicatrizzate e mai come in questo momento è doveroso che le Istituzioni favoriscano un percorso di riparazione sociale economica e umana a fianco a quello della ricostruzione”. In gioco la tenuta del tessuto sociale dei territori appenninici che, ha rimarcato Castelli, “soffrivano indebolimento demografico già prima del sisma. Questi anni trascorsi dal sisma hanno prodotto nei terremotati, nel migliore dei casi, malinconia e rabbia, dissapori e difficoltà”. Per questo motivo, ha concluso Castelli, il cammino di riparazione sociale e economica delle comunità del cratere esige la presa in carico degli anziani, dei disabili e delle sofferenze che si sono acuite. Il cratere si trova a percorrere un sentiero impervio che richiede una attualizzazione continua delle attenzioni dovute alle comunità. Gli anni passano anche per le famiglie al punto che c’è chi, ormai, non vuole riprendere il cammino ordinario per ritornare alla stabilità di un tempo. Accade così che chi ha case già terminate, intende restare nelle casette Sae”. Castelli ha puntato l’indice contro “il fenomeno crescente della solitudine che colpisce le persone i cui familiari sono partiti e che fanno fatica ad affrontare la burocrazia che pervade l’azione amministrativa”. Ai lavori ha portato il suo saluto anche Mauro Ungaro, presidente della Fisc, la Federazione dei settimanali cattolici dei quali ha ribadito il legame con il territorio che, ha spiegato, “non è solo un luogo fisico ma teologico dove la persona vive la propria quotidianità. Per questo è naturale che i settimanali si mettano in ascolto del territorio e ne raccontino anche le tragedie. Siamo coinvolti. Il racconto, per le nostre testate, diventa così denuncia e profezia.

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