Maltempo in Emilia Romagna: Coldiretti, “stalle e case inagibili, ettari di terreno coltivato scomparsi e aziende e allevamenti isolati a causa di frane e smottamenti”

“Stalle e case inagibili, ettari di terreno coltivato scomparsi e aziende e allevamenti isolati a causa di migliaia di frane e smottamenti che hanno interessato le colline della Romagna”. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in riferimento alla nuova allerta rossa per forti temporali in Emilia Romagna dopo l’allarme lanciato del presidente dell’ordine dei geologi dell’Emilia Romagna, Paride Antolini, sulla presenza di migliaia di frane. “Il maltempo si è infatti abbattuto su un territorio fragile dove – riferisce la Coldiretti – ci sono oltre 30mila persone che vivono in aree a rischio per pericolo di frane tra Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena ma in pericolo ci sono anche più di duemila imprese secondo l’ultimo rapporto Ispra”.
L’organizzazione agricola lancia l’allarme: “Sono centinaia le aziende agricole che rischiano di scomparire con terreni letteralmente ingoiati da frane, voragini e smottamenti, ma a preoccupare sono anche i danni alle infrastrutture con strade interrotte e ponti abbattuti con difficoltà a garantire cura agli animali isolati per le interruzioni nel sistema viario”. Nelle aree collinari, precisa la Coldiretti, “sono crollati terreni coltivati a seminativo, erba medica, intere vigne e boschi di castagno ma preoccupa anche la situazione degli allevamenti con gli animali, ai quali va garantita acqua e alimentazione”. C’è anche il problema della “quotidiana mungitura del latte e il suo trasporto”. “In pericolo è – continua la Coldiretti – l’importante azione di recupero delle razze storiche da parte degli allevatori, dalle pecore alle capre, dal maiale di Mora Romagnola ai bovini di razza Romagnola, che nel passato avevano rischiato l’estinzione”.
“Una situazione è drammatica – conclude la Coldiretti – con il rischio che prevalgano la rassegnazione e il senso di sconfitta con l’abbandono e lo spopolamento di interi territori e danni alla biodiversità, ambiente e lavoro”.

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