Pasqua: mons. Castellucci (Modena e Carpi), “virare dall’individualismo alla fraternità”

“L’umanità non è mai stata sfidata così a fondo come oggi – perché mai c’è stata una consapevolezza tanto vasta dei problemi del mondo – a cambiare rotta, a orientare diversamente la propria navigazione”. Lo scrive mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, nel suo messaggio per la Pasqua. “Se non vuole andare a sbattere contro gli scogli, deve effettuare una decisa virata dall’individualismo alla fraternità”, la proposta del presule: “Non c’è alternativa. Solo così arriverà l’alba, che per noi cristiani è il mattino della domenica di Pasqua, quando il buio del Golgota e del sepolcro lascia posto alla luce della risurrezione”. “Chi crede che Cristo non è stato inghiottito dalla pietra, ma l’ha ribaltata, non può lasciarsi inghiottire dalla disperazione, ma deve lasciar trasparire la luce della speranza”, osserva Castellucci: “La ‘conversione’ che affretta l’alba del mondo è l’impegno, insieme con gli uomini e le donne di buona volontà, ad inserire già ora nei solchi della storia i semi della risurrezione”. “Ogni volta che semino giustizia dove c’è violenza, perdono dove c’è vendetta, accoglienza dove c’è rifiuto, cura dove c’è malattia, pane dove c’è carestia, immetto una vena di risurrezione nel corpo dell’umanità ferita”, spiega il vescovo.

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