Perù: di nuovo violenza nella regione meridionale di Puno, ieri 27 feriti. Popolazione blocca ponti, un soldato morto e 5 dispersi

Tornano le proteste e scenari di violenza in Perù. È di almeno un soldato morto (e altri 5 di cui non si hanno notizie) e di 27 feriti il bilancio di un fine settimana di scontri che ha avuto il suo epicentro, come già nelle settimane scorse, la regione sudorientale di Puno, sulle rive del lago Titicaca, in particolare nella città di Juli abitata in maggioranza dalla popolazione indigena aymara. La protesta si è svolta in alcuni casi in modo violento e la reazione dell’Esercito è stata al tempo stesso forte, con bombe lacrimogene sparate da un elicottero, secondo quanto riferisce la stampa peruviana. L’esercito è intervenuto cercando di raggiungere Juli, ma è stato affrontato dalla popolazione, che ha impedito il passaggio dei soldati sui ponti che attraversano il rio Llave. Nel tentativo di guadare il fiume, alcuni soldati sono stati trascinati dalla corrente, con il bilancio, appunto, di un morto annegato e cinque dispersi. Altri membri dell’Esercito sono stati soccorsi, essendo in stato di ipotermia.
La regione di Puno è quella dove, fin dallo scorso dicembre, c’è stata una maggiore concentrazione di proteste da parte dei gruppi che difendono l’ex presidente della Repubblica Pedro Castillo, in carcere dopo il tentativo di golpe, e le dimissioni della presidente Dina Boluarte, con la convocazione di elezioni.
Tra i feriti, alcuni per colpi d’arma da fuoco, ci sono sia agenti polizia e soldati sia manifestanti. Sempre a Juli, inoltre è stato denunciato l’assalto a una sede del potere giudiziario e di un commissariato di polizia. Altri disordini si sono verificati, nella giornata di sabato, nella capitale Lima, durante una marcia definita pacifica dai manifestanti, che sono stati dispersi con gas lacrimogeni. Da oggi, è in sciopero la regione meridionale andina di Cuzco e si annuncia un’altra settimana delicata, mentre la presidente Dina Boluarte sarà interrogata domani dalla magistratura sulle presunte repressioni violente messe in atto dagli organismi statali le scorse settimane.

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