Azzardo: don Zappolini (“Mettiamoci in gioco”), “serve una legge quadro”. Don Pagniello (Caritas), “necessario fare rete”

“Antesignane sono state le Fondazioni antiusura nel prendere posizione contro il dilagare dell’azzardo e nel manifestare angoscia per l’estendersi dell’azzardopatia. Non possiamo non essere severi con lo Stato e i Governi. L’azzardo non è un gioco, per questo si deve dire azzardopatia, non ludopatia. Non è un’impresa che produce beni. Non si prende cura dei cittadini. Crea dipendenza. Svena le risorse indispensabili alle persone e alle famiglie”: lo ha evidenziato don Basilio Gavazzeni, vice presidente della Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II, durante una tavola rotonda organizzata a Bari, sabato 4 marzo, dalla stessa Consulta nazionale.
Secondo i dati della ricerca esplorativa dell’Iss illustrati dal sociologo Maurizio Fiasco, “a fronte di una raccolta complessiva dello Stato nel 2022 (fisico e on line) di 140 miliardi di euro, giocano almeno una volta in un anno circa 18 milioni e mezzo di persone, dei quali sporadicamente 13 milioni e 435mila; mentre 5,1 milioni sono abitudinari al rischio di cui un milione e 500mila problematici”.
“In questi anni è stato fatto tanto dalle associazioni e dal mondo del volontariato per contrastare e per assistere le famiglie imprigionate dall’azzardo, ma è giunto il momento di chiedere a gran voce una legge quadro condivisa che accolga le istanze delle Fondazioni antiusura, della campagna ‘Mettiamoci in gioco’, dell’Osservatorio sull’azzardo, della Commissione antimafia”, ha dichiarato don Armando Zappolini, portavoce nazionale della campagna “Mettiamoci in gioco”.
Per Daniele Acampora, presidente della Fondazione antiusura Exodus ‘94 della diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia, “il ruolo delle associazioni presenti sul territorio è nell’intercettare prima degli usurai lo stato di bisogno delle persone indebitate, purtroppo spesso arriviamo che le persone sono già entrate nel circolo vizioso usura-azzardo da cui uscire è complicato”.
“È giunto il momento di passare dalla fase dell’assistenzialismo alla fase della promozione della persona. E lo dobbiamo fare tutti insieme cambiando lo sguardo. È necessario fare rete tra coloro che lottano contro la diffusione dell’azzardo. Caritas italiana è disponibile a camminare insieme alle Fondazioni antiusura e alla campagna ‘Mettiamoci in gioco’ per arginare il più possibile il fenomeno e intercettare quel costo sociale dell’azzardo, che comprende la dignità delle persone, che sfugge alle statistiche, ma che ha un grande peso sulla convivenza civile e democratica del nostro Paese. Nessuno si salva da solo”, ha concluso don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana.

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