Naufragio nel Crotonese: card. Parolin, “bisogna fermare gli scafisti, non permettere che vite umane vadano distrutte”

“C’è gente che si arricchisce alle spalle della povera gente. È veramente una cosa indegna”. Così il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha risposto alle domande dei giornalisti sula tragedia di Cutro, a margine dell’inaugurazione della “Cattedra dell’accoglienza” alla Fraterna Domus di Sacrofano. “Il Papa lo ha detto chiaramente: bisogna fermare gli scafisti”, ha ricordato il cardinale a proposito delle parole di Francesco durante l’Angelus di ieri. “E credo che siamo tutti ‘accordo”, ha proseguito: “Ho visto che c’è stato anche un commento della presidente del Consiglio, che si è detta molto d’accordo con quello che ha detto il Papa. Credo che tutte persone di buona volontà convergano su questo richiamo”. “Mi pare che il Papa tantissime volte abbia affrontato nel suo aspetto globale il problema delle migrazioni”, ha fatto notare Parolin: “Certamente anche il tema degli scafisti e delle persone che speculano sulle vite umane è uno degli aspetti del problema, fa parte dell’integralità problema e va affrontato anche questo. Non è che ci si possa ridurre soltanto a combattere gli scafisti, ma è parte del problema che va risolto”. Da dove partire, dunque? “Prima di tutto – ha risposto il Segretario di Stato vaticano – occorre salvare le vite umane, non permettere che delle vite umane vadano distrutte. Qualsiasi politica deve partire da questo principio, dal fatto cioè che le vite umane vanno difese e promosse. Poi ci sono le politiche dell’integrazione, che è il tema più difficile, dello sviluppo dei Paesi e delle pacificazioni dei conflitti nei Paesi da cui vengono queste persone. E’ un tema molto complesso che ha varie sfaccettature, ognuna delle quali va presa in seria considerazione per poter risolvere il problema nella sua globalità”. “La regolarizzazione dei flussi, i corridoi umanitari”, ha proseguito Parolin: “ci sono tante forme per risolvere il problema, bisogna avere volontà politica di farlo, di farlo insieme e di avere anche un atteggiamento positivo, perché quando ci si lascia guidare soltanto dalla paura e al timore di questi fenomeni, credo che non i raggiungano soluzioni accettabili e adeguate”. “Io credo che le soluzioni vadano trovate a livello politico e soprattutto attraverso la collaborazione di tutti gli Stati europei”, ha concluso il cardinale: “Abbiamo sempre insistito sull’ importanza di assumere insieme il tema delle migrazioni: non c’ è altra strada che quella. Non si può pensare che un Paese sia lasciato solo a risolvere questo problema, e bisogna farlo con un atteggiamento più positivo di quello con cui di solito si affronta questo tema”.

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