AdvM e Mary for Life: convegno “Vita nascente e medicina perinatale”. Boscia (Medici cattolici), “ogni infante malato può trasformarsi in un incanto di vita”

(Foto SIR)

Il programma del convegno “Vita nascente e medicina perinatale. Cura e accoglienza del concepito paziente”, svoltosi oggi a Milano, ha visto nella sessione mattutina le relazioni medico-scientifiche su “Chirurgia fetale” (Gloria Pelizzo, ordinario di Chirurgia pediatrica e infantile, Università degli studi di Milano); “Dolore fetale” (Carlo Valerio Bellieni, docente Terapia neonatale, Università di Siena); “Psicologia prenatale” (Benoit Bayle, docente di psichiatria medica, Università Parigi 7 – Diderot); “Hospice perinatali” (Giuseppe Noia, docente di medicina dell’età prenatale, Università Cattolica, Roma); “Malattie rare” (John Lantos, presidente Jdl Bioethics Consulting). Nella sessione pomeridiana, introdotta dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, e moderata da Francesco Ognibene, caporedattore di “Avvenire”, sono intervenuti Alessandro Cecchi, del Centro diagnosi prenatale di Loreto; Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell’Associazione medici cattolici italiani; Marina Casini, presidente del Movimento per la vita italiano; Daniela Notarfonso, bioeticista, presidente del comitato scientifico della Confederazione dei consultori cattolici.
Cecchi ha descritto l’attività del centro di Loreto, con 1.620 pazienti lo scorso anno, su 8mila nati nelle Marche (quattro i giorni medi di attesa per le urgenze, “perché in certe situazioni di estrema delicatezza non si può lasciare una mamma in preda all’ansia!”). “Cerchiamo di ascoltare, capire e prendere in cura ogni paziente che lo necessità, proponendo ai genitori percorsi ottimizzati per ciascun bambino”. “La nostra è una offerta di tipo medico-sanitario, volto a curare il nascituro e a sostenere la mamma, perché di fronte a malformazioni o patologie neonatali c’è bisogno di grande vicinanza e sostegno”.
A sua volta Boscia ha parlato di “scienza prenatale come di un servizio alla vita”. Occorrono una scienza e una medicina, ha aggiunto, “che si prendono cura del piccolo e della madre, anche quando non si può guarire, perché ogni infante malato o malformato può trasformarsi in un incanto di vita”.

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