Papa Francesco: risposte ai cinque “dubia” dei cardinali, “riconoscere diritti delle donne”, “non è una definizione dogmatica, può essere oggetto di studio”

Papa Francesco ha risposto a 5 Dubia che gli avevano fatto pervenire nel luglio scorso i cardinali Walter Brandmüller e Raymond Leo Burke con l’appoggio di altri tre cardinali, Juan Sandoval Íñiguez, Robert Sarah e Joseph Zen Ze-kiun. Le domande dei porporati, in italiano, su alcune questioni relative alla interpretazione della Divina Rivelazione, sulla benedizione delle unioni con persone dello stesso sesso, sulla sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa, sulla ordinazione sacerdotale delle donne e sul pentimento come condizione necessaria per l’assoluzione sacramentale, e le risposte del Papa, in spagnolo, sono state pubblicate oggi sul sito del Dicastero per la dottrina della fede. “Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale differiscono essenzialmente”, ricorda il Papa rispondendo al quarto “dubium”, relativo alla questione dell’ordinazione sacerdotale delle donne. “Non è opportuno sostenere una differenza di grado che implichi considerare il sacerdozio comune dei fedeli come qualcosa di seconda categoria o di minor valore, un grado più basso”, precisa Francesco: “Entrambe le forme di sacerdozio si illuminano e si sostengono reciprocamente”. “Quando san Giovanni Paolo II insegnò che bisogna affermare ‘in modo definitivo’ l’impossibilità di conferire l’ordinazione sacerdotale alle donne, in nessun modo stava denigrando le donne e conferendo un potere supremo agli uomini”, puntualizza il Papa: “San Giovanni Paolo II affermò anche altre cose. Ad esempio, che quando parliamo della potestà sacerdotale ‘siamo nell’ambito della funzione, non della dignità e della santità’. (Christifideles laici, 51). Sono parole che non abbiamo accolto a sufficienza. Affermò anche chiaramente che sebbene solo il sacerdote presieda l’Eucaristia, i compiti ‘non danno luogo alla superiorità di alcuni sugli altri’ (Christifideles laici, nota 190; cfr. Congregazione per la dottrina della fede, Dichiarazione Inter Insigniores, VI). Affermò anche che, se la funzione sacerdotale è ‘gerarchica’, non deve essere intesa come una forma di dominio, ma ‘è totalmente ordinata alla santità delle membra di Cristo’ (Mulieris dignitatem, 27)”. “Se questo non viene compreso e non si traggono le conseguenze pratiche di queste distinzioni, sarà difficile accettare che il sacerdozio sia riservato solo agli uomini e non potremo riconoscere i diritti delle donne o la necessità che esse partecipino, in vari modi, alla guida della Chiesa”, il monito di Francesco, che avverte: “Non è stata ancora sviluppata esaustivamente una dottrina chiara e autorevole sulla natura esatta di una dichiarazione definitiva. Non è una definizione dogmatica, eppure deve essere accettata da tutti. Nessuno può contraddirla pubblicamente e tuttavia può essere oggetto di studio, come nel caso della validità delle ordinazioni nella Comunione anglicana”.

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