Sinodo: suor Echeverri, servono “nuovi ministeri” anche per le donne, per una Chiesa “più fraterna e circolare”

“Molte donne non hanno posto nei consigli parrocchiali o diocesani, anche se sono insegnanti, catechiste da anni, o sono quelle che si preoccupano delle ferite dei malati i dei migranti, che consigliano i giovani e giocano con i bambini”. Lo ha detto suor Gloria Liliana Franco Echeverri, testimone del processo sinodale, intervenendo all’ottava Congregazione generale del Sinodo sulla sinodalità, in corso in Aula Paolo VI alla presenza del Papa. “Il cammino delle donne nella Chiesa è pieno di ferite, di situazioni dolorose e di redenzione”, ha proseguito la religiosa, secondo la quale “la Chiesa ha un volto di donna”. “Le assemblee, i gruppi parrocchiali, le celebrazioni liturgiche, i ministeri apostolici delle comunità, la qualità della riflessione e il calore del servizio nella Chiesa sono spesso e soprattutto intessuti nel seno delle donne. È possibile rendersene conto in tutti i contesti. La Chiesa, che è madre e maestra, ma anche sorella e discepola, è femminile, e ciò non esclude gli uomini, perché in ciascuno, uomo e donna, risiede la forza del femminino, della saggezza, della bontà, della tenerezza, della forza, della creatività, della parresia e della capacità di donare la vita e di affrontare le situazioni con coraggio”. La Chiesa sinodale, per Echeverri, deve dar luogo “ad un nuovo modo di stabilire relazioni che renda possibile una identità rinnovata: più fraterna e circolare. Con nuovi ministeri, nei quali si intessano relazioni di solidarietà e solidarietà”.

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