Solidarietà: Cagliari, al via domani l’anno giubilare dell'”Opera del Buon Pastore”, avviato da mons. Virgilio Angioni

(Foto: “Opera del Buon Pastore”)

Si apre domani a Cagliari l’anno giubilare dell’“Opera del Buon Pastore”, l’istituto avviato a Cagliari il 25 gennaio 1923 da mons. Virgilio Angioni per assistere orfani, bambini che vivono nelle grotte e costretti all’elemosina, minorati fisici e psichici. Una serie di appuntamenti – messi a punto dalla Congregazione delle suore “Figlie di Maria SS.ma Madre della Divina Provvidenza e del Buon Pastore” da lui fondata – distribuiti nei prossimi 12 mesi, ricorderanno realizzazioni, alcuni pionieristiche, magistero e spiritualità dell’Angioni. Dal Papa il primo riconoscimento: la concessione dell’indulgenza plenaria a quanti pregheranno nella seicentesca chiesetta dell’istituto dedicata a San Benedetto.
La prima casa dell’opera è un piccolo appartamento, dove vengono accolte due sorelline, in situazione di grave disagio, assistite da due anziane suore domenicane. Sei mesi dopo le bambine sono 12, che il quarantacinquenne sacerdote – parroco della parrocchia di san Giacomo – trasferisce nei locali fatiscenti di un vecchio convento abbandonato nel 1885 dai frati cappuccini, che il tempo ha ridotto in caravanserraglio e discarica. Gli ospiti nell’agosto successivo sono 54.
Di questi cento anni, il fondatore rimane soltanto 24 anni alla testa di un’avventura caritativa “pilotata” da preghiera e Provvidenza. Una malattia lo porta alla morte il 3 settembre 1947. Tempo sufficiente per imprimere il suo stile all’Opera del “Buon Pastore”. Quello di un prete fin dall’ordinazione (1° giugno 1901) attento ai problemi di giustizia sociale del lavoro e ai diritti fondamentali dei poveri. Non gli piace l’idea di un clero chiuso in sacrestia. Con un gruppo di giovani agli inizi del secolo XX aveva pubblicato il settimanale “Il Lavoratore”, per ampliare la platea delle sensibilità ai problemi sociali e politici in generale e a quelli locali, con un’attenzione particolare alla crescita culturale ed economica del ceto operaio, anche delle donne. Nel 1914 un’altra avventura giornalistica col “Bollettino dei parroci”.
Nei 18 anni nella parrocchia di san Giacomo, numerose realizzazioni educative e formative si devono all’Angioni: assistenza alle famiglie dei militari della prima guerra mondiale e agli studenti universitari, che si radunano settimanalmente nella sua casa; scuola serale per favorire l’alfabetizzazione dei lavoratori; la “Casa del popolo” per il servizio sociale ai più deboli; la “Casa del soldato” nel 1916 per l’assistenza religiosa ed epistolare ai militari al fronte.
Luigi Cherchi – sacerdote attento osservatore delle vicende della Chiesa diocesana – nel processo di beatificazione spiega il passaggio di Angioni da parroco a fondatore dell’Opera del Buon Pastore come una sorta di “conversione eroica”: “Tutto questo significa che la sua pera non era un impegno come si dice umanitario, ma un’attività motivata da carità soprannaturale”. “Oggi – dice suor Maria Luisa Cau, segretaria generale dell’Opera – siamo presenti in Sardegna con 14 case e una mensa del povero attiva da 25 anni. A Roma funziona una nostra residenza per anziani. Abbiamo una missione con nostre suore nella diocesi di Butembo-Beni, Repubblica democratica del Congo”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori