Brasile: a Boavista l’incontro dei fidei donum italiani. Don Nicoletto (Roraima) al Sir, “metterci insieme tra diocesi per non lasciar cadere la profezia”

(Foto: diocesi di Roraima)

Si è concluso venerdì 20 gennaio a Boavista, capitale dello Stato brasiliano del Roraima e sede dell’omonima diocesi, l’incontro dei missionari italiani fidei donum in Brasile, promosso dal Centro unitario missionario (Cum) di Verona. È stato un vero momento di grazia – dichiara al Sir don Lucio Nicoletto, missionario fidei donum della diocesi di Padova e attuale amministratore diocesano della diocesi di Roraima, in attesa della nomina del nuovo vescovo –. Anche se la lontananza di Roraima e l’età media non ha facilitato la partecipazione, ma ci siamo trovati con un bel gruppo di circa 35 persone. Sono stati, appunto, giorni di grazia, ma anche di grazie. Da un lato, perché è stata confermata l’azione dello Spirito in uomini e donne che continuano a credere nell’amore di un Dio che si fa vicino a chi è dimenticato, a chi soffre, a chi è escluso. Amore che si trasforma appello ad andare oltre la propria chiamata, in uno spirito di incarnazione che ci trasforma da dentro e ci aiuta a essere presenza significativa e riflesso del Regno di Dio, dove lo Spirito ci chiama. È stata un’occasione anche di grazia per la condivisione tra fratelli e sorelle che condividono l’ideale della missione. Ma è stato anche un tempo di grazie, perché quando ci si trova si fa memoria e non si può non dire grazie per ciò che lo Spirito semina in noi e attraverso di noi”.
Nel corso dell’incontro, è stato tracciato un bilancio di un’espressione di missionarietà tipica della Chiesa italiana, che per molti anni ha inviato in missione uomini e donne, e che ora si trova a fare i conti con il calo drastico delle vocazioni sacerdotali e religiose, e quindi anche le vocazioni missionarie e fidei donum. “Cosa che ci interpella – prosegue don Nicoletto –, perché la sfida alla missione è anche la sfida dell’amore, ricevuto dalle nostre Chiese e donato ad altre. Sicuramente, la prospettiva di un continuo calo di vocazioni, ha portato alle indicazioni arrivate dal Convegno di Firenze e, per quanto riguarda la mia provenienza geografica, anche dal secondo convegno ecclesiale triveneto di Aquileia. Si tratta dell’invito a ‘metterci insieme’. Non dobbiamo lasciare cadere la profezia”. Non a caso, proprio nei giorni del Convegno, le diocesi di Treviso, Padova e Vicenza hanno avviato una comune esperienza missionaria in Roraima, che prevede la collaborazione non solo con la diocesi di Roraima, ma anche con il vicariato apostolico del Caroni, nel confinante Venezuela. “Sono segni dello Spirito, sono segni forti, di profezia – afferma l’amministratore diocesano –. È un mosaico di comunione e pace che nasce proprio perché alcune Chiese non guardano ai numeri, ma all’intensità dell’amore che vogliono condividere, per portare avanti in modo profetico una impegnativa sfida missionaria”.

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