Papa Francesco: a Santa Marta Group, “nella lotta contro la tratta considerare l’uso della tecnologia”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Purtroppo continuano a diffondersi moderne forme di schiavitù, anche nelle aree più sviluppate del mondo. Spero che la lotta contro la tratta di esseri umani prenda in maggior considerazione anche una serie di realtà più ampie, come l’uso responsabile della tecnologia e dei social media e la necessità di una rinnovata visione etica della vita politica, economica e sociale, incentrata non sul profitto ma sulle persone”. Lo ha detto Papa Francesco, ricevendo, questa mattina, in udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano, i membri del Santa Marta Group, che riunisce i leader di varie forze dell’ordine, organizzazioni governative, civili e religiose per condividere competenze, esperienze e migliori pratiche al fine di prevenire e lottare contro la tratta di persone e le moderne forme di schiavitù. Dal Papa un ringraziamento per “l’impegno nel cercare di sradicare queste attività criminali, che violano la dignità e i diritti di uomini, donne e bambini, e lasciano effetti duraturi sulle singole vittime e sulla società in generale”.
Il Pontefice ha ricordato, inoltre, che “negli anni successivi alla sua costituzione, il Santa Marta Group si è dedicato a promuovere una sempre maggiore comprensione della portata e della natura della tratta di esseri umani e a rafforzare la collaborazione a livello internazionale, nazionale e locale per trovare modi efficaci allo scopo di porre fine a questo flagello e far sì che le vittime ricevano le cure necessarie, sia a livello fisico sia spirituale”. L’attenzione del Papa si è poi soffermata sul “bisogno essenziale di sostenere, accompagnare e reintegrare le vittime della tratta di esseri umani nelle nostre comunità e di assisterle nel processo di guarigione e di recupero della loro autostima”. “Sebbene il compito sia davvero arduo – ha concluso Francesco -, vi incoraggio a perseverare nei vostri sforzi volti a sostenere la dignità conferita da Dio ad ogni persona e a difendere i diritti umani fondamentali di coloro che troppo spesso sono dimenticati e non hanno voce. La Chiesa è sempre grata per ogni espressione di carità fraterna e di cura mostrata a tutti coloro che sono stati schiavizzati e sfruttati, perché in questo modo la misericordia di Dio diventa visibile e il tessuto della società viene rafforzato e rinnovato”.

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