Diocesi: Spoleto, ritornano campane a S. Pellegrino di Norcia. Mons. Boccardo, “il Signore metta il sale nella testa di tutti gli amministratori chiamati a gestire la ricostruzione”

Le tre campane della chiesa parrocchiale di S. Pellegrino di Norcia sono tornate, lunedì 16 maggio, nel paese nursino dopo i violenti terremoti del 2016. Ne dà notizia un comunicato diffuso oggi. Fino ad ora erano conservate nel deposito di opere d’arte del ministero della Cultura a Santo Chiodo di Spoleto. Sono state posizionate in una torre campanaria orizzontale realizzata in legno e posizionata al lato del centro di comunità che ora funge da chiesa. È stato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo a benedire le campane, fatte poi suonare da alcuni uomini del paese e dal parroco don Marco Rufini, che aveva avuto l’idea di farle tornare, e poi a presiedere la messa nella festa liturgica di S. Pellegrino.
All’avvio della messa mons. Boccardo ha fatto gli auguri ad una delle donne più anziane di S. Pellegrino che proprio quel giorno compiva 91 anni e non ha mai abbandonato il paese dopo il terremoto vivendo prima nelle tende, poi in roulotte ed ora in una soluzione abitativa di emergenza: “Lodiamo il Signore per la lunga vita di Cecilia, costellata anche da tante difficoltà. Chiediamo a S. Pellegrino di continuare a proteggere lei e gli altri anziani del paese”.  “Le delusioni e i fallimenti, i momenti di prova che caratterizzano la nostra vita come l’esperienza tragica del terremoto non devono portarci a dire: mollo tutto, anche il rapporto con Dio. Le fatiche e le paure, così come le speranze, le dobbiamo vivere qui a S. Pellegrino, luogo dove siamo chiamati a mettere in pratica ciò che il Signore ci dice. È in questa bella terra che dobbiamo testimoniare che la vita cristiana è una cosa seria”, ha detto ancora il presule. Quindi una preghiera a S. Pellegrino: “Al nostro patrono chiediamo di intercedere affinché il Signore metta il sale nella testa degli amministratori, comunali e provinciali, regionali e nazionali, chiamati a gestire la ricostruzione. Noi possiamo protestare, occupare le strade e fare articoli sui giornali ma se non c’è il sale nella testa di chi governa serve a poco”. “Grazie Eccellenza, per essere qui tra noi. Quando gli ho detto della campane il suo calendario era pieno, ma è riuscito a spostare alcune cose ed essere con noi qui a S. Pellegrino”, ha detto nel saluto conclusivo don Rufini.

 

 

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori