Infanzia: Save the children, “la più grave emergenza fame del XXI secolo, 5 milioni di bambini a rischio morte”

(foto Save the children)

Nonostante i processi degli ultimi decenni l’effetto combinato di conflitti, crisi climatica e pandemia ha interrotto il trend positivo e sta allargando il solco delle disuguaglianze tra i bambini. Nei Paesi più fragili, ma non solo, decine di milioni di bambini stanno perdendo la casa, la scuola, il cibo necessario, la salute fisica e mentale, mentre la comunità internazionale sta orientando le risorse su priorità che non li riguardano direttamente, e che non proteggeranno il loro futuro e quello del pianeta. È la denuncia lanciata oggi da Save the children, in apertura dell’evento “Impossibile 2022” che si terrà dal 19 al 22 maggio a Roma, con oltre 900 partecipanti. “La velocità con cui il conflitto in Ucraina ha cancellato l’infanzia di un bambino ogni secondo dall’inizio dell’escalation, costretti a lasciare tutto e fuggire sotto le bombe, è la stessa con cui le crisi del grano e dell’energia, prodotte da questa guerra, stanno ampliando la più grave emergenza fame del 21° secolo  – sottolinea Save the children -. Un dramma che registrava già nel 2021, in sole 23 aree di crisi alimentare su 35 nel mondo, quasi 26 milioni di bambini sotto i 5 anni colpiti dal deperimento, e oltre 5 milioni a rischio di morte”. Purtroppo l’Ucraina non è l’unica guerra sui bambini, perché i “combattimenti nelle aree di conflitto più pericolose al mondo riguardavano già quasi 200 milioni di bambini, il numero più alto mai raggiunto in un decennio”. Si moltiplica anche il numero dei bambini sfollati, che è oggi il più alto dalla seconda guerra mondiale. Inoltre la crisi climatica minaccia oggi oltre 1 miliardo di bambine e bambini nel mondo secondo le stime. Anche se nel mondo già 260 milioni di bambini non frequentavano le lezioni anche prima della diffusione del virus, oggi 117 milioni di bambini sono ancora senza scuola a causa della pandemia (il 7,5% circa della popolazione scolastica).  Nei Paesi più poveri si sono persi il 66% di giorni di scuola in più rispetto ai Paesi ricchi, mentre 1 bambino su 5 rischia di abbandonare definitivamente gli studi esponendosi a sfruttamento, violenze e matrimoni precoci.  I mancati investimenti sull’istruzione hanno lasciato che più di 468 milioni di bambini compissero 10 anni senza aver acquisito le competenze di alfabetizzazione di base, così nel 2030 questi bambini senza chance per il futuro saranno più di 1 miliardo.

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