Beni confiscati: Libera e rete associazioni, “fondo per spese di gestione segnale positivo, ma serve aumentare dotazione finanziaria ed estendere applicazione”

Libera e la rete delle associazioni nazionali – Avviso Pubblico, Cgil-Cisl-Uil, Legambiente, Acli, Agesci, Azione cattolica, Arci, Cooperare con Libera Terra, Confcooperative, Legacoop, Rete dei numeri pari, Auser, Uisp, Acsi, Lav, Fuci, Link-Rete della conoscenza-Unione degli studenti –  hanno scritto alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Istruzione del Senato per chiedere alcune modifiche all’articolo 22 del “decreto legge n. 36, contenente misure urgenti per l’attuazione del Pnrr” che istituisce il Fondo per le spese di gestione dei beni confiscati. Accogliendo positivamente l’istituzione del Fondo, le associazioni firmatarie ritengono “necessario compiere ulteriori passi in avanti. A partire dall’aumento della sua dotazione finanziaria e dall’estensione a livello nazionale dell’ambito di competenza del Fondo, non limitandone l’applicazione soltanto ai progetti che saranno finanziati dall’avviso pubblico dell’Agenzia per la coesione territoriale, viste le numerose progettualità presentate con la specifica misura ‘Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie’ del Pnrr, e considerate, altresì, le centinaia di esperienze di riutilizzo sociale già esistenti o che potranno attivarsi nei prossimi mesi in tutte le regioni, promuovendo concretamente percorsi di coesione e inclusione sociale”.
In una nota viene precisato: “Quella di sostenere anche le spese di gestione dei beni confiscati, al fine di supportare sia la fase di avvio delle attività sia la continuità delle tante buone pratiche di riutilizzo sociale realizzate, era stata una delle richieste inserite nel testo dell’appello alla ministra Mara Carfagna del mese di dicembre scorso Insieme a quelle relative alla valorizzazione del ruolo del terzo settore, all’importanza di promuovere percorsi partecipati e procedure di co-progettazione con gli enti locali ed a quelle di estendere le risorse finanziarie anche per il riutilizzo sociale dei beni confiscati presenti nei Comuni del centro nord Italia”.
Secondo Libera e la rete delle associazioni nazionali, “l’attenzione riservata dal Pnrr al riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie – all’interno degli interventi di coesione territoriale – è fondamentale perché la loro effettiva restituzione alla collettività possa apportare un contributo alla ripartenza nel nostro Paese, nel segno della giustizia sociale ed ambientale. Tutto questo richiede certamente una consapevolezza maggiore da parte di tutti i soggetti coinvolti, con una fattiva collaborazione nelle procedure di destinazione e gestione dei beni confiscati”.
Per questo le associazioni nazionali firmatarie della lettera trasmessa alle Commissioni riunite del Senato chiedono “un maggiore impegno ad affrontare le criticità e le difficoltà operative già evidenziate, attraverso l’accoglimento delle richieste di modifica dell’articolo 22 del decreto legge sul Pnrr in corso di conversione”.

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