Brasile: vescovi, “situazione attuale molto grave. Fame, insicurezza, degrado ambientale e mancato rispetto dei diritti sono uno scandalo”

(Foto: Conferenza episcopale del Brasile)

Un Paese che vive una complessa crisi etica, economica, sociale e politica complessa e sistemica, accentuata dalla pandemia, che “ha smascherato la disuguaglianza strutturale radicata nella società brasiliana”. È una forte denuncia, quella che arriva dalla Conferenza nazionale dei vescovi dei Brasile, che ieri, a conclusione della prima fase (vissuta in modalità virtuale) della propria annuale assemblea plenaria (la seconda fase sarà vissuta, in presenza, nel prossimo agosto) ha diffuso un messaggio al Popolo di Dio, firmato dalla presidenza dell’organismo. I vescovi, pur sottolineato la grande risposta solidale generata dalla pandemia di Covid-19, non esitano ad affermare che “la situazione attuale è molto grave. In Brasile le cose non stanno andando bene. Fame e insicurezza alimentare sono uno scandalo per il Paese”, e con esso “il degrado degli ecosistemi, il mancato rispetto dei diritti delle popolazioni indigene, afro e rivierasche, la persecuzione e la criminalizzazione dei leader socio-ambientali, la precarietà delle azioni di contrasto ai crimini contro l’ambiente e ai disastrosi progetti parlamentari contro la casa comune”.
La conseguenza, è una “violenza latente, esplicita e crescente”, come conseguenza “della liberalizzazione e avanzamento dell’attività mineraria nelle terre indigene e in altri territori, dell’allentamento dei limiti al possesso e del trasporto di armi, della legalizzazione del gioco d’azzardo, dei femminicidi, del disprezzo per i poveri”.
I vescovi brasiliani auspicano che il governo “promuova grandi e urgenti cambiamenti”, e che lo faccia “tenendo conto dei principi e dei valori della Costituzione del 1988”. Di conseguenza, chiedono che “non sia consentita la perdita dei diritti dei lavoratori e dei poveri”, che sia superata la logica del confronto, cosa che è particolarmente attuale in questo anno elettorale, in uno scenario “di incertezza e radicalismi”.

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