Ente dello Spettacolo: Rivista del Cinematografo, nel numero di maggio la guerra e le conseguenze su spettatore e settore

(Foto Archivio)

Alla luce della terribile pagina di guerra cui stiamo assistendo, la cover story del numero di maggio della Rivista del Cinematografo (disponibile da domani, 1° maggio) propone una visione originale sulla figura del nemico, dalla realtà all’immaginario. “Dalle grandi guerre al Vietnam il nemico è sempre stato riconoscibile, utile per la propaganda e a fini promozionali. Dopo le Torri Gemelle si è fatto più sfuggente e indecifrabile. Fino a oggi” sostiene, nel suo approfondimento, Silvio Danese. Quanto la guerra tra Russia e Ucraina può influire anche sull’andamento dell’industria cinematografica? Risponde a questa domanda Daniel Loria, il direttore editoriale di “Boxoffice”, l’importante rivista statunitense considerata una sorta di bibbia degli affari dello spettacolo, quella che “tiene la contabilità” di un’industria tra le più diffuse del pianeta. E poi Giulio Zoppello parla di “Top Gun: Maverick”, il sequel del cult del 1986, arrivato in sala mentre il mondo riscopre la paura del conflitto, da esorcizzare con la narrazione cinematografica. A completare la cover story, il disegno di Takoua Ben Mohamed, fumettista e graphic-journalist di origine tunisina, tra le donne dell’anno segnalate da “D – la Repubblica”.
Numerosi i focus. Il sipario sta per alzarsi sul 75° festival di Cannes (dal 17 al 28 maggio). Angela Prudenzi parla di “un’edizione in linea con i fasti di prima della pandemia salutata con sollievo da produttori e venditori e attesa con grande emozione dagli autori chiamati ad affrontare la mitica ‘Montée de marche’”. Non mancano poi le consuete rubriche della Rivista del Cinematografo: per la rubrica RdC Ricorda, in occasione degli 80 anni del “Mistero del falco”, dagli archivi della Rivista un’intervista del 1969 di Mario Foglietti a John Huston. Torna anche Nadia Terranova che, in “Se fosse un film”, immagina l’adattamento cinematografico della raccolta di racconti “Fammi un indovinello” di Tillie Olsen. Lisa Ginzburg per “Sillabari” propone, come parola del mese, “altrove”: da un lato in accezione negativa con Lady Diana Spencer, perché è proprio altrove che la principessa vorrebbe trovarsi, dall’altro in accezione positiva con “Belfast” di Kenneth Branagh in cui “l’intera trama trova il suo snodo nell’irruzione di un altrove immaginato, ignoto ma in modo progressivo più concreto e possibile”. Gianni Riotta muove da “Destino Cieco” (1987) del regista polacco Krzysztof Kieślowski e da “L’Ascesa” (1977) della regista russa Larisa Efimovna Šepit’ko per un’analisi sulle reazioni generate da quanto sta accadendo in Ucraina.

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