Perù: il card. Barreto insultato dal primo ministro Torres Vásquez. La condanna della Conferenza episcopale

“In una società dove questa dignità non è rispettata e dove la violenza verbale e gli insulti sostituiscono il dialogo e le idee, il futuro e la crescita integrale della società stessa sono in pericolo. In questo senso, la Conferenza episcopale peruviana condanna categoricamente gli insulti lanciati da Aníbal Torres Vásquez, presidente del Consiglio dei ministri, contro il card. Pedro Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo”. Lo scrive in una lettera aperta la presidenza della Conferenza episcopale peruviana, al termine di un’assemblea straordinaria dell’episcopato convocata per dibattere riservatamente sull’attuale situazione politica.
Il testo fa riferimento agli insulti che il primo ministro (il quarto in pochi mesi di presidenza Castillo) ha rivolto al porporato (che è stato addirittura definito “miserabile”), che nei giorni scorsi si è in diverse occasioni impegnato per aiutare nella riconciliazione nazionale, davanti agli scioperi e ai blocchi stradali delle ultime settimane, che proprio a Hyancayo avevano avuto il loro epicentro. Un tentativo generoso, sfociato, mercoledì 13 aprile, nell’iniziativa, definita dall’interessato “personale”, di una visita al Palazzo del Governo, a Lima, mentre il presidente della Repubblica, Pedro Castillo, partecipava al Consiglio dei ministri. Nell’occasione il card. Barreto, di fronte agli scontri nel mondo politico e sociale, che di fatto paralizzano il Paese, aveva rivolto un invito all’unità e a un dialogo nazionale. Non risparmiando, però, critiche a un Governo che aveva suscitato grandi attese proprio per la sua iniziale vicinanza alle periferie del Paese.
Il porporato, però, è finito nel tritacarne delle logiche di parte, mentre il presidente della Repubblica Pedro Castillo appare sempre più debole e in balia di diversi gruppi economici e di potere. In una conferenza stampa tenuta nelle ore scorse, Torres Vásquez ha affermato che non aveva attenzione di offendere personalmente il card. Barreto, ribadendo però le critiche all’azione dell’arcivescovo.

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