Politica: card. Bassetti, “è necessario l’impegno dei cattolici per dare un nuovo significato alla nostra società globalizzata e nichilista, indifferente e individualista”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Restare umani è frutto di una costante vigilanza e non si improvvisa”. Ne è convinto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che, aprendo il seminario in corso all’Angelicum di Roma per la presentazione di “’Ditelo sui tetti’(Mt 10,27). Pubblica Agenda Sussidiaria e Condivisa”, ha denunciato come “spesso assistiamo ad antropologie che non riescono a fare i conti con la persona concreta, storicamente segnata, costitutivamente relazionale e bisognosa dell’altro”:  “Ci si dipinge onnipotenti, abili risolutori di ogni questione, ciechi confidenti nella tecnocrazia, idolatri del denaro in campo economico, egocentrici e forti delle proprie certezze. È bastato un virus invisibile a spazzare molte illusioni”. “La tentazione di non pensarsi in relazione finisce per sposare derive utilitaristiche, che fanno dei poveri ‘vite di scarto’, che vedono nella disabilità e nella debolezza un inutile peso, che sostituiscono alla giustizia del lavoro per tutti l’assistenzialismo filantropico”, il monito del presidente della Cei, secondo il quale “il quadro antropologico è fondamentale per abitare un cambiamento d’epoca capace di salvaguardare la dignità della persona”. “Ai cattolici italiani è dunque chiesto uno sguardo a 360 gradi che chiama in causa alcuni binomi fondamentali”, la tesi di Bassetti, che li ha elencati nel dettaglio: “Cultura e formazione, per una piena, non superficiale, vera comprensione del tempo presente e delle sfide che lo caratterizzano; solidarietà e sussidiarietà, principi della Dottrina sociale che possono aiutare a modellare una società più giusta, equa e moderna; diritti e doveri, che sempre devono procedere di pari passo, così che gli uni e gli altri promuovano un senso comunitario improntato al rispetto reciproco, alla responsabilità collettiva, al bene pubblico in sintonia con la promozione di ogni vita umana”. “È necessario l’impegno dei cattolici per dare un nuovo significato alla nostra società globalizzata e nichilista, indifferente e individualista”, ha ribadito il cardinale: “Accanto alla necessità morale di ricostruire ciò che è distrutto, c’è un’urgenza spirituale di ricucire ciò che è sfilacciato e un dovere sociale di pacificare ciò che è nella discordia. Quello che serve, a mio avviso, è la cultura del ‘pane e della grazia’, come avrebbe detto La Pira, per dare vita a una società nella quale a tutte le creature venga assicurata una vita dignitosa, ma le cui fondamenta siano saldamente radicate nella Grazia di Cristo”.

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