Inclusione sociale: al via la “Integration League”, torneo di calcio misto tra rifugiati e comunità locali

La Lega Pro lancia “Integration League” un torneo di calcio misto tra rifugiati e comunità locali come modello di inclusione sociale. Il progetto, presentato questa mattina a Roma, è promosso dall’Unhcr e Project School, cofinanziato dall’Unione europea. Al torneo hanno aderito otto club della Lega Pro: Ancona, Fidelis Andria, Cesena, Feralpisalò, Virtus Francavilla, Monopoli, Potenza, Reggiana. Si prevede la creazione di “otto squadre, composte da otto cittadini italiani e otto rifugiati, richiedenti asilo, titolari di protezione sussidiaria e temporanea, di sesso maschile, residenti o domiciliati nelle città dei club di Lega Pro aderenti”. L’iniziativa prevede un allenamento di cinque mesi nelle strutture dei club e un torneo di quindici partite, con la finale in uno stadio italiano. “La progettualità della Lega Pro, sviluppata con partner di assoluto prestigio e coinvolgendo persone maggiorenni, completa un percorso formativo e di integrazione in una perfetta azione di sistema, a testimonianza di quanto il mondo del calcio sia molto più sensibile di come viene rappresentato”, ha detto Gabriele Gravina, presidente della Figc. Si organizzeranno anche diverse attività formative e di sensibilizzazione con le istituzioni locali, i centri sportivi giovanili e le scuole. “Mi auguro che attraverso questo progetto le comunità possano riscoprire un modo per valorizzare i rapporti tra cittadini e coloro che fuggono da situazioni di crisi, il calcio mette al centro le persone”, ha detto Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro. Anche Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, è intervenuta: “Siamo felici di poter sostenere Lega Pro nella realizzazione di questo progetto che aiuterà i rifugiati a creare nuove amicizie, sentirsi sicuri e accolti”. Infine, Integration League mostrerà che “il colore della maglia delle due squadre è l’unica vera differenza tra chi scenderà in campo” conclude Antonio Dell’Atti, co-founder Project School.

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