Alluvione di Firenze: card. Betori (arcivescovo), “la cura umana del territorio fa parte della nostra responsabilità di oggi, perché non accadano più tragedie”

“Vivere anche le contrarietà dell’oggi” con “fiducia” e “coraggio” significherà “aver imparato la lezione dell’alluvione”. È l’invito che ha rivolto, oggi, l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, celebrando, nella basilica di Santa Croce la messa per il 56° anniversario dell’alluvione di Firenze. “La creazione di Dio ha una sua armonia a condizione che ci sia chi la coltivi e la custodisca. Quando l’uomo dimentica questa sua responsabilità rispetto alla natura, questa da giardino in cui fiorisce la vita si trasforma in un inferno che trascina alla morte”, ha proseguito il porporato, per il quale “lavoro e cura della natura non si oppongono, ma si integrano, come mostra il nostro panorama toscano che risplende dei valori naturali esaltati dall’operosità di generazioni che li ha plasmati in forme di fecondità e di bellezza”. Il cardinale ha osservato: “La cura umana del territorio fa parte della nostra responsabilità di oggi, perché non accadano più tragedie come quella che ci sconvolse cinquantasei anni fa. Per far questo abbiamo bisogno di una ‘ecologia integrale’, come la definisce il Papa, che esalta la giusta centralità dell’uomo nella natura nel segno della responsabilità e chiede attenzione non solo ambientale, ma anche culturale, spirituale, sociale ed economica. Solo ritrovando la verità dell’uomo nella sua apertura alla trascendenza, la sua vocazione alla fraternità universale, la sua responsabilità verso tutte le creature potremo costruire un mondo in cui le potenze della natura non saranno nostre nemiche ma il giardino della nostra gioia”.
Ricordando quanto ha scritto per Firenze, segnata dall’alluvione, il poeta Mario Luzi, il card. Betori ha concluso: “Parole di speranza, di una speranza pasquale, che ci vengono affidate come luce e guida per i giorni che ci attendono, nelle e oltre le tempeste del tempo. ‘Nascita’, dice il poeta, e ‘rinascere’ era stata anche la parola che ci aveva affidato san Paolo VI il 24 dicembre 1966. Ispirino fiducia e responsabilità anche oggi”.

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