Diocesi: Venezia, domani a San Marco l’ordinazione diaconale di due seminaristi e due frati cappuccini

(Foto Patriarcato di Venezia)

Domani mattina alle 10 nella basilica cattedrale di S. Marco, a Venezia, il patriarca Francesco Moraglia presiederà la solenne celebrazione eucaristica durante la quale ci sarà l’ordinazione diaconale dei seminaristi Lorenzo Manzoni e Matteo Gabrieli del Patriarcato di Venezia e di fr. Fabio Burla e fr. Luca Savoldelli dei Frati minori cappuccini.
Matteo Gabrieli ha 34 anni, è nato a Padova da famiglia veneziana e fino ai 10 anni ha vissuto a Scorzè prima di trasferirsi alla Giudecca dove ha abitato per una decina d’anni. Aveva frequentato il Seminario minore, medie e liceo classico, ma prima di iniziare il percorso di Teologia si è tuffato per qualche anno in un’esperienza lavorativa da cameriere (al Gritti di Venezia) per poi rientrare in Seminario ormai ventisettenne: “E ringrazio il Signore che mi ha riportato qui di nuovo”, dice in un’intervista a Gente Veneta. Da seminarista Matteo è stato, forse, uno di quelli che ha girato di più la diocesi facendo esperienza in tante realtà. Lorenzo Manzoni è nato a Padova 26 anni fa e lì ha vissuto per i primi otto anni finché la sua famiglia, veneziana d’origine, non è tornata in diocesi e si è stabilita (dal 2004) nella parrocchia mestrina di S. Maria di Lourdes. Da seminarista è stato per un breve periodo nella sua parrocchia d’origine, poi a S. Maria Ausiliatrice (Gazzera) e per un’estate a S. Stefano di Caorle; per due anni è rimasto in Seminario a seguire le esperienze di pastorale vocazionale, è passato quindi a S. Maria Elisabetta del Lido e infine, da poco, è stato assegnato alla parrocchia di S. Giovanni Battista di Jesolo.
Fra Luca Savoldelli viene dalla provincia di Bergamo, classe 1990. “Non ho avuto il coraggio di dire subito ai miei che sarei entrato in convento”, racconta. “La mia decisione li ha spiazzati. Ma non me l’hanno mai fatto pesare… e nel giro di pochi mesi, si sono mostrati addirittura contenti”. Fra Fabio Burla è del 1983 e viene da Verona: “Sono diventato cappuccino – confida – perché attratto dalla vita di san Francesco: una vita di povertà, umiltà e preghiera”.

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