Fame: Emmi (Cesvi), “nei contesti fragili servono maggiori risorse per rispondere ai bisogni umanitari più urgenti”

Gli aumenti straordinari dei prezzi del cibo, causati anche dall’inadeguatezza dei sistemi alimentari sul contrasto alla fame (+13% da febbraio a marzo 2022 e +33% da marzo 2021 – Fao 2022), gravano soprattutto sulle famiglie povere e possono innescare ulteriori disordini e guerre, alimentando il ciclo di fame e conflitti. “Stiamo vivendo la terza crisi globale dei prezzi alimentari in 15 anni e ciò dimostra che la trasformazione dei nostri sistemi alimentari, oggi, è più che mai urgente. Per porre fine alla fame e all’insicurezza alimentare in modo duraturo, il processo di trasformazione dei sistemi alimentari deve mettere al centro le comunità locali. Numerosi esempi nel mondo dimostrano che una leadership locale è capace di sollecitare adeguatamente chi deve prendere le decisioni ad assumersi la responsabilità della lotta alla fame e all’insicurezza alimentare, non solo nei contesti democraticamente più stabili, ma anche in quelli fragili”, afferma Valeria Emmi, Networking and Advocacy Senior Specialist di Cesvi, in occasione della presentazione dell’Indice globale della fame (Global Hunger Index – Ghi), curato da Cesvi per l’edizione italiana.
“E proprio nei contesti fragili o estremamente fragili – continua Emmi –, in un’epoca di crisi crescenti e protratte, servono maggiori risorse per rispondere ai bisogni umanitari più urgenti e per rendere i nostri sistemi alimentari capaci di adattarsi e superare gli shock”.
Anche la pandemia di Covid-19, insieme alla recessione economica, ha inciso sull’aumento dei prezzi nei Paesi a basso e medio reddito. Si stima che nel 2021 le persone in povertà estrema siano state 85 milioni in più rispetto al periodo pre-pandemia, mentre in 17 Paesi a basso e medio reddito sono calate qualità e quantità del cibo a disposizione.
“Il 2021 è stato segnato da un peggioramento a livello globale di crisi sanitarie, economiche, sociali e ambientali. In questo contesto senza precedenti, Cesvi è intervenuta in 22 Paesi in 4 continenti, con 113 progetti di emergenza e sviluppo per rispondere alle crisi emergenti e protratte che hanno coinvolto direttamente oltre 2,3 milioni di persone tra adulti e bambini”, ricorda Gloria Zavatta, presidente di Fondazione Cesvi.
Il rapporto nell’edizione italiana a cura di Cesvi è stato presentato in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica “The Last Drop” di Fabrizio Spucches e con la curatela di Nicolas Ballario che, ha suggerito un interessante spunto di riflessione attraverso un parallelismo fra il conflitto in Ucraina e l’insicurezza alimentare nel Corno d’Africa. Su uno sfondo di guerra, siccità, bombardamenti e fame, la provocatoria domanda: è più grave la morte di un bambino in Ucraina o quella di un bambino in Kenya? L’esposizione, curata da Nicolas Ballario, è visitabile all’Acquario Civico di Milano da sabato 5 novembre a domenica 11 dicembre 2022.

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