Ucraina: scoperte nelle camere delle torture a Vovchansk icone incise di Maria e Gesù. S.B. Shevchuk, “chi prega, durerà. Chi prega resisterà”

(Foto Risu)

“Quelle icone sono una chiamata davvero profonda, un profondissimo simbolo che ci dice: “Chi prega, durerà. Chi prega resisterà”. E’ dedicato alle icone di Maria e Gesù scalfite sui muri delle camere delle torture il video-massaggio quotidiano diffuso ieri da S.B. Sviatoslav Shevchuk, capo della chiesa greco-cattolica ucraina. “In questi giorni – dice – siamo stati scossi dalle nuove scoperte che la comunità ucraina ha scoperto nelle terre della regione di Kharkiv, liberate dagli occupanti russi. Nella città di Vovchansk i prigionieri hanno scalfito le icone della Madre di Dio e di Gesù Cristo sul muro della camera di tortura. Quelle icone – osserva l’arcivescovo maggiore di Kiev – che rappresentavano per loro il Dio vivente, il nostro Salvatore e la Sua Santa Madre; quelle icone, accanto alle quali i prigionieri segnavano i giorni della loro reclusione; quelle icone, che sono per noi cristiani di rito orientale, il mistero della presenza dell’eternità nel mondo temporale, il luogo, il momento d’incontro di una persona con Dio”. Non è la prima volta che si trovano “segni” di preghiera e devozione cristiana sui muri delle camere di torture scoperte dalle forze dell’ordine ucraina nei territori liberati dalla occupazione russa. Segni di invocazione tra gli orrori degli strumenti di morte utilizzati contro i prigionieri, come martelli, nastri adesivi, guanti e anche tracce di sangue. Era già successo nella città di Balakliya dove sul muro di una delle stanze dove anche venivano torturati gli ucraini, è stata ritrovata incisa con la pietra la preghiera del “Padre nostro” in lingua russa.

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