Ucraina: card. Sandri (Chiese orientali), “esodo ucraini forzato da progetto egemonico” che apre “uno, dieci, cento altri cimiteri dei poveri”

Fosse comuni a Bucha (Foto Chiesa greco-cattolica ucraina)

“L’esodo dei rifugiati ucraini, spesso donne e bambini, era ed è forzato da un progetto egemonico che fraintende la libertà e l’autodeterminazione di un popolo con il disprezzo della dignità e dell’esistenza dell’altro, disseminando distruzioni di edifici, infrastrutture, centri di servizi e di energia, ma soprattutto aprendo uno, dieci, cento altri cimiteri dei poveri, con fosse comuni e corpi violentati prima di essere uccisi”. È quanto affermato ieri dal card. Leonardo Sandri, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, nell’incontro promosso dalla Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino – Angelicum dedicato al tema “Due icone angeliche: Beati, Vescovi e martiri – La vita di fede dei Beati Tit Liviu Chinezu e Ioan Sociu”. Ricordando le sue visite al Campo della Libertà a Blaj (Romania) accanto a Papa Francesco, il 2 giugno 2019, per la beatificazione dei sette vescovi e martiri della Chiesa greco-cattolica romena, e al Cimitero dei Poveri, a Sighet, il giugno scorso, subito dopo aver incontrato rifugiati ucraini riparati in Romania, il card. Sandri ha aggiunto: “Da questi nuovi cimiteri vogliamo credere, gridare, sperare, che i popoli dell’Europa possano ritrovarsi tutti in nuovo grande campo della libertà, ove fioriscano la giustizia, la pace, e questi fiori possano medicare le ferite dei corpi e dei cuori”.

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