Simposio Ccee a Cracovia: Anastazja su luoghi di detenzione russa, “nonostante gli orrori della guerra voglio continuare ad avere un cuore grande”

(Foto Sir)

Storie di morte, orrori e torture ma anche storie dei “miracoli” che nonostante l’oscurità della guerra, Dio continua a fare. La guerra in Ucraina irrompe questa mattina al Simposio europeo dei giovani europei che si sta svolgendo a Cracovia. A raccontarla è Anastazja Ukrynska, 23 anni, di Vinnica. “I bisogni sono enormi”, dice rivolgendosi ai giovani delegati di tutte le Conferenze episcopali europee. “Vi vogliamo ringraziare per quello che avete fatto e state facendo per noi, per il popolo ucraino, per sostenerci in questo tempo di guerra. Senza il vostro aiuto, non sarebbe stato possibile fare quello che abbiamo fatto. Ma abbiamo bisogno ancora di voi. Abbiamo bisogno delle vostre preghiere e del vostro aiuto”. Anastazja studiava in Polonia quando il 24 febbraio l’Ucraina è stata attaccata dai russi. Stava lavorando ad una tesi sulle guerre ibride a partire da quella che “da 8 anni – dice – stava distruggendo il nostro Paese”. Anastazja è spinta da un “desiderio irrazionale” a tornare a casa per aiutare la sua gente. Si ritrova così in periferia di Kiev a lavorare in un centro gestito dai domenicani. Diventa volontaria e si mette anche lei a distribuire pacchi e aiutare persone che si sono ritrovate “improvvisamente, senza casa, senza lavoro, senza nulla”. “Dovevo rimanere lì per una settimana. Sono rimasta 6 mesi”. A luglio Anastazja stava raggiungendo la sua città quando a causa del ritardo del treno su cui era a bordo, viene “miracolosamente” salvata dall’attacco missilistico sulla fermata dell’autobus dove sarebbe dovuta andare.

“È stato un miracolo che non fossi lì. Credo davvero che sia stato un segno del Signore”. Anastazja racconta ai giovani europei che stanno partecipando ad un Simposio in vista della Gmg di Lisbona, cosa ha visto e sentito dalle persone che vivono nelle cittadine del paese che sono state sotto l’occupazione russa. Racconta la storia di una signora anziana la cui casa si trovava proprio di fronte ad un luogo di detenzione russa. “Per un mese, tutti i giorni, quella signora ha visto davanti alla sua finestra russi torturare e uccidere i soldati ucraini. I suoi occhi si riempivano di lacrime. Ha vissuto una esperienza dolorosa di orrore e di morte senza poter fare nulla per quei soldati. Eppure quando parlava, non faceva altro che ringraziare noi per il nostro aiuto e ringraziare Dio per il dono della vita. Ho pensato allora che anche io volevo come lei continuare ad avere, nonostante gli orrori della guerra, un cuore grande, sempre aperto agli altri e capace di essere grato del dono della vita”.

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