Rielezione Mattarella: Gisotti, “non si è sottratto al cambio dei suoi programmi per il bene del Paese”

“Gli italiani possono guardare al futuro con rinnovata fiducia grazie alla disponibilità di un autentico servitore dello Stato, che non si è sottratto al cambio dei suoi programmi per il bene del Paese”. Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale dei media vaticani, commenta così su L’Osservatore Romano l’accettazione del secondo mandato presidenziale da parte di Sergio Mattarella, con parole che “verranno ricordate a lungo dagli italiani”. “Con quello stile al tempo stesso sobrio ed empatico, che è la cifra umana e istituzionale che lo contraddistingue e che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare, il Presidente della Repubblica italiana ha indicato le ragioni di una scelta che — tutti ne sono consapevoli — gli è costata non poco”, argomenta Gisotti: “Raggiunti gli 80 anni di età, quaranta dei quali vissuti da protagonista nelle istituzioni repubblicane, Mattarella voleva dedicare l’ultimo tratto della sua vita agli affetti più cari. Se non è stato possibile rispettare questa volontà, espressa pubblicamente a parole e con gesti inequivocabili, è perché coerentemente con quanto testimoniato in questi sette anni da capo dello Stato, ha messo il bene dell’Italia davanti al suo. Appunto, i doveri istituzionali prima delle prospettive personali”. “Responsabilità, primato delle istituzioni, senso dello Stato”, sono le “pietre miliari” della “coerenza” del capo dello Stato, il cui cammino “non si interrompe ma dopo il voto a larghissima maggioranza di sabato 29 gennaio prosegue rafforzando la sua caratura di statista”. Secondo Gisotti, “la settimana che ha portato alla riconferma di Mattarella al Quirinale è stata difficile, a tratti drammatica, e ha messo a dura prova la credibilità del sistema politico di fronte ad un popolo italiano che seguiva con straordinario interesse (e a tratti con non meno stupore) le evoluzioni di candidature che duravano il tempo di un telegiornale, mentre le segreterie dei partiti sembravano sempre più avvitarsi su sé stesse”, decretando così di fatto “la crisi dei partiti incapaci di trovare una soluzione valida nell’interesse nazionale che non fosse, appunto, la rielezione di un Presidente che si era detto indisponibile a rimanere al Colle”. Tra le “luci”, invece, il ruolo del Parlamento “che, al momento decisivo, ha saputo indicare anche oltre (se non contro) la volontà dei partiti la scelta migliore per il bene del Paese”. Altra “nota positiva”, conclude Gisotti, “è il rafforzamento che, dal Mattarella bis, trae sicuramente il governo di Mario Draghi”.

 

 

 

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