Diocesi: mons. Perego (Ferrara), “carità e pace camminano sempre insieme”

“Il cammino di fede che siamo chiamati anche a verificare in questo tempo di cammino sinodale chiede di misurarsi anche sulla carità. Senza carità la nostra comunità cristiana si impoverisce, s’immeschinisce, si divide e non diventa lievito di una storia di amore e di fraternità nella storia, non è capace di costruire la pace. Con la carità cambia la nostra vita personale, familiare, ecclesiale e sociale, le relazioni vengono ‘ricucite’, i legami riannodati”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego durante la messa di chiusura del Mese della pace dell’Azione Cattolica diocesana.
L’arcivescovo ha ricordato “uno dei profeti di pace del nostro tempo”, mons. Tonino Bello: “Il suo impegno per la pace dalla sua diocesi, Molfetta, si è allargato all’Europa, soprattutto durante la guerra in Bosnia, e al mondo”, ha rammentato mons. Perego, aggiungendo che “la sua scelta di pace ha accompagnato anche il suo impegno quotidiano contro il commercio delle armi, delle diverse mafie, a favore dell’obiezione di coscienza alle armi, educando molti giovani a questa scelta di pace e di servizio civile”. Dopo aver riproposto alcuni passaggi della “Fratelli tutti” in cui Papa Francesco parla della pace, l’arcivescovo ha sottolineato che “la pace chiede di avere l’abito cristiano della fede, che crede che Gesù è la nostra pace, della speranza, che sogna e costruisce un mondo di pace, e della carità, che sa perdonare, che non risponde con il male al male, che non costruisce divisione”. “Nessuno – ha ammonito mons. Perego – riesce a fermare il progetto di Dio, il cammino di Gesù in mezzo a noi. Come nessuno può fermare il cammino per la pace, che chiede anche di rinnovare il volto della Chiesa e della città, anche della nostra Chiesa e della nostra città”. “Cari fratelli e sorelle, cari amici dell’Ac, il Signore ci aiuti a camminare nella carità e nella pace – ha concluso l’arcivescovo –, per poter trasformare la nostra storia personale e familiare e la vita della Chiesa e del mondo, in questo tempo di cammino sinodale”.

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