Colombia: dissidenza Farc rialza la testa, attentato al governatore del dipartimento del Caquetá. Nel Paese in gennaio 13 massacri

Almeno due agenti polizia sono stati uccisi e altri quattro sono rimasti feriti sabato scorso durante un attacco alla carovana che accompagnava il governatore del dipartimento meridionale del Caquetá, Arnulfo Gasca Trujillo. Il politico è rimasto illeso e secondo la polizia la reazione delle forze dell’ordine ha fatto sì che il bilancio non fosse più grave, dato che la carovana era composta da circa 200 persone.
Si sospetta che dietro all’attentato ci sia la dissidenza delle Farc, che sta tentando in queste settimane di rialzare il capo in modo preoccupante nelle zone del Paese dove è ancora presente: oltre che in Caquetá, nel dipartimento orientale di Arauca – dove proseguono gli scontri con l’altra guerriglia dell’Eln e le uccisioni di leader sociali – e nel dipartimento sud-occidentale del Cauca.
La dissidenza delle Farc, che ha rigettato l’accordo di pace di cinque anni fa, ha perso negli ultimi mesi tre dei suoi principali capi, tutti uccisi: Seuxis Pausias Hernández, alias Jesús Santrich, Hernán Darío Velásquez, detto “El Paisá” e Henry Castellanos Garzón, detto “Romaña”. È vivo, ma secondo alcune fonti rifugiato a Cuba, Luciano Marín Arango, alias Iván Márquez, capo negoziatore per le Farc a L’Avana ai tempi dell’accordo di pace.
Preoccupa, in generale, l’aumento della violenza a pochi mesi dalle elezioni parlamentari e dalle seguenti elezioni presidenziali. Secondo l’ong Indepaz, nel mese di gennaio si sono verificati ben 13 massacri commessi da gruppi armati e 13 uccisioni di leader sociali e difensori di diritti umani. La maggior parte dei fatti di sangue è avvenuta nel Cauca.

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